STREET PARADE PER IL BURIDDA!

Sabato 15 giugno, in piazza De Ferrari, centro pulsante del capoluogo ligure, con la sede della regione, l’ingresso del palazzo Ducale, storica residenza del Doge, ormai trasformato in museo e l’imponente edificio del Teatro Carlo Felice, si sono radunate migliaia di persone. Ad attenderle, invece del sole caldo che ci si aspetterebbe a metà giugno, una pioggia sferzante, accompagnata da tuoni che sembravano squarciare il cielo.

Presenti in piazza anche Paolo Putti del M5S che ha detto: «Siamo qui perché è sempre più necessario avere un dialogo con i giovani». Partecipano anche i consiglieri comunali Antonio Bruno e Emanuela Burlando.

Nonostante il mal tempo, i tantissimi sostenitori del Buridda, centro sociale e culturale recentemente sgomberato, hanno dato avvio alla prevista Street parade e, poi, a una ulteriore occupazione, dopo quella della scorsa settimana dell’ex scuola Garaventa. Ad essere occupata, questa volta, l’ ex sede del Magistero, di proprietà dell’Università di Genova e abbandonata dal 2004, che si è fatta simbolo di un messaggio chiaro: la necessità di sostenere la ricchezza delle esperienze culturali e politiche autogestite al centro della città.

Le sperimentazioni culturali autogestite, le esperienze politiche autonome, sono patrimonio comune della città. Anche molti docenti universitari hanno diffuso un appello in sostegno del Buridda.

Con queste chiare intensioni a motivare e guidare, l’incontro si è colorato della musica dei carri, dei giganteschi palloni gonfiabili degli artisti di strada, dando vita alla street parade: una festa che ha scacciato le nubi e trovato una casa consona per il Buridda, perché, come dicono i partecipanti  “scateniamo tempeste ma preferiamo il sole!”.

Ma soprattutto ci tengono a ribadire la contrarietà nei confronti di quella che definiscono “Un’amministrazione comunale ostaggio del Pd, immobile nelle azioni che ha delegato ai dirigenti comunali, da decenni inchiodati alle loro poltrone, le decisioni sulle emergenze. Gli stessi rappresentanti che eletti nel nome della democrazia partecipata appoggiano i licenziamenti del Carlo Felice, la privatizzazione di AMT , avvallano oltre 8 sfratti al giorno e che alle nostre legittime proteste per uno sgombero ingiusto si blindano. Da qui ripartiamo consapevoli che il nostro vero interlocutore e alleato è la città”.

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