Storia di una migrazioni al contrario: milanese si innamora di Ibla e decide di trasferirsi per sempre. La scelta del maestro Maurizio Simeoli

La realtà odierna ci ha resi avvezzi alla storia dell’immigrato del Sud che stanco della realtà in cui vive decide di trasferirsi al Nord, alla ricerca della felicità, direbbe qualcuno, o di una vita “meno difficile”, direbbero altri. Siamo così tanto abituati a queste storie che quando ci troviamo di fronte un viaggio al contrario, dal Nord al Sud, quasi quasi non crediamo alle nostre orecchie, ci chiediamo subito: “e dove sta l’inganno?”

In questa storia invece di inganni non c’è: c’è solo l’amore per una terra, un colpo di fulmine verso un luogo che, come accade nelle più intense storie d’amore, arde ancora dopo anni di riflessione interiore.

Questa è la storia del maestro Maurizio Simeoli, flautista ed ottavinista,  con in curriculum esperienze e collaborazioni di prestigio con compagnie e teatri di rilievo internazionale – Teatro alla Scala, Staatskapelle Berlin, Berliner Philharmoniker, Staatskapelle Dresden, dell’Orchestra Mozart a Bologna, del Teatro Marinskij di San Pietroburgo, della Human Rights Orchestra e dell’Orchestra della Svizzera italiana, solo per citarne alcuni, che undici anni fa, dopo l’incontro con i maestri Sebastiano Molé e Gianluca Abbate, arriva in Sicilia, a Ragusa Ibla, e se ne innamora perdutamente.

Dopo undici anni di indecisione, logorio, e ancora diverse prestigiose esperienze all’estero, il maestro Simeoli fa la sua scelta: trasferirsi insieme alla moglie, affermata artista anche lei, nella culla del barocco per iniziare una nuova vita, aprirsi a nuove esperienze in cui la musica resta sempre la grande protagonista. Una storia di coraggio, certo, ma anche di speranza, per chi non crede che la vita possa sempre stupire.

Ricominciare da capo a 56 anni, rimettendo in discussione gli equilibri di una consolidata coppia, è visto da molti come una follia. Ancor più se il percorso è “a ritroso”, da nord a sud – spiega il maestro – Anticonformista convinto, la penso molto diversamente rispetto ai più…

La musica è così presente quaggiù, dalle radici della tradizione bandistica alle eccellenze dei suoi splendidi teatri lirici, dalle incredibili usanze popolari e riti religiosi agli anfiteatri che la millenaria storia dell’umanità ci ha lasciato in preziosa eredità. Perché quindi non replicare in Sicilia le eccezionali esperienze milanesi ed internazionali?

E chissà cosa il maestro offrirà alla nostra terra e ai suoi giovani talenti, intanto ha già regalato una piacevole irruzione sul palco del Teatro Donnafugata durante la festa di Natale, dove a sorpresa ha suonato magistralmente, emozionando tutti i presenti.
contributo editoriale di Irene Rimmaudo

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it