SFIGMO E FONENDO

Le persone con relazioni sociali forti e maggiormente integrate manifestano il 50% di probabilità in più di sopravvivenza rispetto a coloro che non godono di questi rapporti; ciò significa che rafforzare il reticolo sociale intorno al malato può essere un obiettivo di sanità pubblica al fine di evitare lo spreco di risorse economiche ed umane aumentando l’efficacia delle cure medesime.
L’OMS (organizzazione Mondiale della sanità) nel report 2008 sottolinea il legame diretto tra reddito e salute chiamandolo “gradiente sociale”,che è presente non solo nei Paesi in via di sviluppo ma anche nei paesi “ricchi”.
Appare quindi palese che fattori politici, economici,sociali, culturali, ambientali e comportamentali possono favorire o ledere la salute dei Cittadini; quindi le condizioni sociali ed economiche fanno ammalare le persone e interferiscono con la prognosi cioè con la durata delle stesse.
Il grafico di Denver mostra che il Sistema sanitario influisce sulla riduzione della mortalità al massimo all’11% mentre per il restante 89% la mortalità è determinata da fattori biologici,ambientali e stili di vita;tutto ciò con costi esattamente capovolti in quanto il Sistema sanitario rappresenta il 90% dei costi e gli altri fattori (biologici, ambientali e stili di vita) hanno costi pari al 10% residuo.
Un eccesso di assistenza sanitaria e di medicalizzazione non sempre è una risposta appropriata al raggiungimento degli obiettivi di salute;vengono sollevati da alcuni economisti anche dei dubbi deontologici sulla medicina d’iniziativa,qualora la stessa si limita all’aggressività terapeutica piuttosto che ad interventi sui fattori di rischio.
Spesso persone anziane o fragili troverebbero maggior  giovamento da un sostegno strutturato dalla Comunità o dalla famiglia,piuttosto che da indagini e terapie mediche spesso inutili e costose;il malato cronico o l’anziano diventa a volte un peso economico ed affettivo che non si desidera o non si riesce a sostenere in una società con risorse sempre più scarse da dedicare al welfare e sempre più competitiva.
Quindi la spinta alla medicalizzazione, la riduzione delle spese socio-assistenziali,le dimissioni ospedaliere precoci,l’aumento della domanda di assistenza sociale,di gestione degli anziani fragili o di gestione di patologie legate a dipendenze spostano la richiesta delle prestazioni verso il livello di erogazione meno costoso e le problematiche suddette vengono scaricate sul territorio e sui Medici di Famiglia, che ne sono il perno.
Occorre perciò sviluppare una nuova risposta sanitaria cercando il contatto con il no-profit e il sociale con collegamenti ed alleanze o collaborazioni che possano sostenere il malato cronico e la sua famiglia di modo che una buona rete socio-assistenziale eviti accessi sanitari impropri,aumenti la gestione corretta delle terapie e prevenga le situazioni più a rischio.

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