“SeeSicily”, un grande flop. Ma allora chi ci ha guadagnato?

Vi ricordate di “SeeSicily”? Si trattava di un progetto di rilancio con cui la Regione Siciliana voleva attrarre visitatori per ristorare le imprese ricettive dopo il covid. Carte alla mano, sui 75 milioni stanziati, solo 875mila euro (l’1,16% delle risorse a disposizione), sono stati effettivamente spesi. Pari a 17mila posti letto occupati in oltre due anni. L’inchiesta arriva dal quotidiano La Sicilia, a firma di Mario Barresi.


“Nell’aprile 2020, il governo di Nello Musumeci ha provato a risollevare le economie turistiche martoriate dal covid. La Regione stanziò 75 milioni di euro, presi dal plafond Ue del Fesr. Tolti 100mila euro per istituire il fondo di garanzia, il resto – 74,9 milioni – su proposta dell’assessore al Turismo, Manlio Messina, erano stati destinati all’«acquisto anticipato di servizi turistici da operatori e professionisti del settore, strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, agenzie di viaggio e tour operator, da veicolare a fini promozionali tramite card e voucher, nei mesi successivi alla cessazione dell’emergenza sanitaria». Naturalmente lo scopo principale era quello di alimentare la domanda turistica e di dare ossigeno alle imprese”.

Ma nessuno dei due obiettivi è stato raggiunto. Sempre secondo quanto riportato da La Sicilia, “le presenze di turisti grazie ai voucher di SeeSicily sono state pochissime. Nel 2020, l’anno del Covid, in
Sicilia sono arrivati 2.206.469 turisti, con 6.622.498 presenze; nel 2021 si risale a 3.113.546 arrivi con 9.689.173 pernottamenti; l’anno scorso s’è tornati quasi a livelli pre-pandemia, con 4.458.000 arrivi che totalizzano 14,7 milioni di notti trascorse nell’Isola. In tutto sono stati 17.046 i posti letto effettivamente occupati da turisti con i vouche della Regione nel biennio 2021/22.

GLI ALBERGATORI CI HANNO PERSO?

La misura, tra l’altro, è stata adottata soltanto dagli albergatori aderenti: su oltre 7mila imprese
ricettive e di 1.160 partecipanti alle manifestazioni d’interesse dell’assessorato (che ne ha ammesse 1.131), alla fine soltanto le poche strutture convenzionate, appena 633
(di cui 529 pagate e 104 ancora da liquidare), sono riuscite a mettere le mani un tesoretto di 6,4 milioni di bonus prepagati, per
un totale di 124.596 pernottamenti (1/5 dei 635mila messi a bando), dei quali l’86% mai davvero avvenuti. Ciò significa che poche centinaia di imprenditori hanno ricevuto circa 5,5 milioni di soldi pubblici per servizi non erogati”.

MA ALLORA, COME SONO STATI UTILIZZATI I FONDI?

La domanda sorge spontanea: come sono stati utilizzati, allora, i fondi? In comunicazione, soprattutto. Dalle pagine de La Sicilia, viene spiegato che i fondi sono stati utilizzati soprattutto: “Distribuendo soldi (alla fine ben 23,8 milioni per «promozione e monitoraggio») ai media, soprattutto nazionali, ma anche a società e consulenti vari. E poi per finanziare, in nome di una non sempre evidente valenza turistica, altre iniziative collaterali, a partire dagli eventi equestri ad Ambelia, la Coppa degli Assi e la Settimana di Musica sacra di Monreale”.

“La giunta Musumeci ha rimodulato per ben tre volte la distribuzione dei 75 milioni. La prima risale all’11 giugno 2020: 37,2 milioni ai bonus per pernottamenti;  18,1 milioni per i voucher  escursioni e guide, 13 milioni per gli sconti su voli, traghetti e aliscafi; 1,6 milioni per  musei e siti culturali, 1 milione per la polizza di assistenza sanitaria Covid e 4,8 milioni per comunicazione e monitoraggio. Un anno dopo, con delibera del 29 luglio 2021, le risorse per il bonus alberghi scendono a 33,3 milioni (4 in meno), con un leggero aumento per guide ed escursioni (14,1 milioni), ma soprattutto con 7 milioni in più sul piatto della comunicazione, il cui plafond schizza a 11,8 milioni. Il 23 marzo del 2022 arriva la ripartizione definitiva:  il fondo per i voucher pernottamenti viene ridotto di altri 8 milioni, arrivando a 25 milioni (12,2 in meno in due anni), mentre per la comunicazione i soldi raddoppiano rispetto ad appena otto mesi prima, fino ad arrivare a 23,8 milioni, quasi il 500% rispetto ai soldi pubblici inizialmente stanziati”.

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