SCOMPARE UN ARTISTA UNICO E RARO NEL MONDO DEL TEATRO D’OPERA

Sono affranto per la morte del tenore Salvatore Licitra, che tocca il mondo della Lirica, e lambisce la Sicilia e la Ragusanità. Salvatore Licitra era un grande artista, erede di Pavarotti ma diverso da Pavarotti per duttilità timbrica e per potenza vocale. Esprimeva una dolcezza interpretativa che anche Pavarotti possedeva ma che tendeva a dissimulare. Sicuramente Licitra incarna una mediterraneità melodica non ricorrente nel mondo della Lirica, che lo rende, lo ha reso, unico e raro nel mondo del Teatro d’Opera, fino a far dire a qualche pseudo critico musicale che il fascinoso fluire della sua voce fosse frutto di una vulnerabilità timbrica piuttosto che di una nitidissima propensione interpretativa.

Se per assurdo dovessi collocare Licitra fra due estremi, fra la flessuosa melodia mediterranea e la vigorosa vocalità wagneriana, non esiterei ad avvicinarlo decisamente alla prima. Lo ascoltai dal vivo a Taormina Arte, nell’agosto 2009, interprete di Radames, protagonista di Aida, diretta da Enrico Castiglione, peraltro in un allestimento scenografico “virtuale” di notevole effetto visivo. Salvatore Licitra ottenne un successo strepitoso di critica e un gradimento di pubblico eccezionali, proprio per le qualità di interprete a cui ho fatto cenno. Io credo che le tipologie interpretative che lo caratterizzavano mancheranno molto alla Lirica mondiale. E credo che non sarà facile, come invece lo fu per Pavarotti, trovargli un erede. 

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