Scompare lentamente l’isola dei Porri nel mare ispicese

I tanti escursionisti del mare la stanno vedendo scomparire di anno in anno. Si sta inesorabilmente e lentamente immergendo. Oggi si incontrano, via mare, e si intravedono, dalla costa, solo tre scogli quasi a pelo d’acqua. E’ così che la costa ispicese sta perdendo, pezzo dopo pezzo, una delle sue maggiori attrazioni naturalistiche e turistiche, l’isola dei Porri. Così chiamata perchè un tempo l’unica pianta che vi cresceva era il porro selvatico, la stessa pianta che si trova anche nella vicina isola delle Correnti ad est della costa ispicese e pozzallese verso Portopalo. Chi, guardando dalla terra ferma, non ha sognato di raggiungere l’isola dei Porri, sul canale di Malta a 800 metri o poco più dalla riviera di Santa Maria del Focallo, frazione balneare di Ispica? Dalla costa iblea i diportisti almeno una volta in estate vanno in escursione nell‘isola dei Porri: è solo un avvicinarsi a quegli scogli, scendere per una sosta di poche ore e poi ripartire. Quasi un rito per ammirare sullo sfondo della fascia costiera anche i faraglioni di Punta Ciriga e di Porto Ulisse.

Lo scorso anno le immagini di “Walking Nature”, realizzate con un drone, avevano fatto capire che la natura stava facendo il suo corso

La natura sta inghiottendo questo isolotto tutto ibleo, vittima di un forte processo di erosione che sta portando all’immersione dell’isola. Cercarne le cause non è difficile, è certamente difficile invece trovare soluzioni per salvarlo. Erosione della costa, maree, correnti e movimenti sismici potrebbero essere le principali cause del ridimensionamento dell’isolotto. Sull’erosione della costa si è intervenuti con la realizzazione delle dighe foranee a pelo d’acqua a pochi metri dalla riva. Intervento che non più essere trasferito nell’area tutt’intorno l’isola dei Porri perchè distante dalla terraferma ed in mare aperto.

Chi è deputato a salvare questo antico isolotto?

A chi le competenze per intervenire, magari per sollevare il problema e cercare misure di finanziamento per salvarlo? Il comune di Ispica, il Libero Consorzio comunale di Ragusa, il Genio civile opere marittime, la Capitaneria di porto, l’Assessorato al territorio, la Sovrintendenza del mare, il Comune di Pozzallo limitrofo a quello di Ispica? Cosa si potrà fare? Ad oggi l’appello degli ultimi anni non è stato raccolto. A dire il vero se si pensa che l’isolotto di Portopalo, l’isola delle Correnti e Punta delle Formiche, sulla costa siracusana, hanno subito in gran parte la stessa sorte, ci sono poche speranze.

La storia dell’isola ha il suo fascino

Un tempo lunga 150 metri e larga 125, di essa rimangono solo tre scogli affioranti a pelo d’acqua. Nel ricordo rimangono quelle tombe di epoca bizantina, la classificazione a Riserva Integrale allo stesso modo dei pantani Longarini e Cuba che dalla terraferma sono quasi dirimpettai e l’area marina ricca di flora e fauna oltre che testimone di intensi traffici in epoca romana e bizantina sulla rotta dalla Grecia e dall’Egitto verso Roma. Tanta storia alle spalle. Che non può morire, però.

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