Sciopero Lidl: punti vendita chiusi e dipendenti in protesta. Ecco cosa è successo in provincia di Ragusa

Negozi chiusi, adesioni alle stelle, sindacati soddisfatti: è questo il bilancio della giornata di sciopero che sabato 24 maggio ha visto incrociare le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Lidl in tutta Italia, con numeri di rilievo anche in provincia di Ragusa. A Pozzallo il punto vendita è rimasto chiuso per l’intera giornata, mentre a Modica e Vittoria le attività si sono fermate per mezza giornata.

Il motivo? Una mobilitazione nazionale promossa da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs per ottenere un contratto integrativo aziendale dignitoso, con aumenti salariali reali e un’organizzazione del lavoro più sostenibile. La protesta ha raggiunto un’adesione media dell’80% su scala nazionale, con punte del 100% in diverse sedi, tra cui quelle del Ragusano.

“C’è stata un’adesione straordinaria anche qui in provincia di Ragusa – ha dichiarato Antonio Modica, segretario generale Filcams Cgil Ragusa – Su alcuni punti vendita, come Pozzallo, siamo arrivati al 100% e i negozi non hanno nemmeno aperto. È la dimostrazione che cresce la coscienza sindacale anche in territori dove, fino a poco tempo fa, la presenza sindacale era minima. Questa risposta dà forza alla nostra vertenza: chiediamo che Lidl torni subito al tavolo delle trattative e parli finalmente di numeri veri per i lavoratori.”

Le ragioni della protesta

Lidl Italia, colosso della grande distribuzione con oltre 700 punti vendita e più di 23.000 dipendenti, è accusata dai sindacati di non voler investire in chi contribuisce quotidianamente al successo dell’azienda anche se va detto che la questione riguarda l’integrazione salariale in quanto l’impresa è tra le più note per rispetto dei pagamenti dei lavoratori. Negli ultimi cinque anni Lidl ha registrato in Italia oltre 1,3 miliardi di euro di utili ante imposte, ma secondo le organizzazioni sindacali ha mantenuto una linea di “disponibilità parziale e insufficiente” durante i tavoli di trattativa.

“È inaccettabile – sostengono Filcams, Fisascat e Uiltucs – che una realtà così solida economicamente non investa in condizioni di lavoro dignitose. I dipendenti meritano salari più alti e carichi di lavoro sostenibili.”

📍 La mobilitazione in Sicilia

Oltre al Ragusano, anche altri territori siciliani hanno registrato una mobilitazione significativa: sit-in a Catania-Misterbianco, Palermo e Siracusa, con dipendenti e sindacati in piazza a chiedere diritti concreti e tutele reali. Particolarmente rilevante è stata l’adesione anche tra i contratti a termine e a chiamata, segno – secondo i sindacati – di un malcontento profondo e trasversale.

🌍 Solidarietà internazionale

Il segnale forte partito dall’Italia è stato raccolto anche a livello europeo: Uni Global Union, Uni Commerce e Uni Europa hanno espresso solidarietà ai lavoratori italiani di Lidl, definendo il modello organizzativo dell’azienda “poco sostenibile” anche in altri Paesi.


📢 Cosa succede ora?

I sindacati chiedono alla direzione di Lidl di tornare immediatamente al tavolo negoziale con una proposta concreta. Se la multinazionale dovesse continuare a ignorare le richieste dei lavoratori, non si escludono nuove azioni di mobilitazione.

“La lotta continua – ribadisce Antonio Modica – e abbiamo dimostrato che la nostra voce non si può più ignorare”. Foto di una delle proteste in Sicilia.

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