Sciopero generale: proteste e rivendicazioni a Ragusa

Anche in provincia di Ragusa la mobilitazione sindacale in occasione dello sciopero generale del 17 novembre, promosso dalla Cgil e dalla Uil. La giornata di protesta coinvolge tutte le categorie del Pubblico Impiego a livello nazionale, compresi settori come la Sanità, gli Enti Locali, lo Stato, le Regioni, la Scuola, l’Università e la Ricerca, così come il privato in appalto ai pubblici servizi e il trasporto.

La manifestazione si sta svolgendo nel piazzale del nuovo ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, dove sindacalisti e lavoratori si sono riuniti per esprimere le loro preoccupazioni e rivendicazioni.

Portate avanti le istanze dei lavoratori del Pubblico Impiego. La protesta ha toccato anche il Tribunale di Ragusa dove le udienze sono saltate a causa dell’astensione dei cancellieri, evidenziando così l’ampia portata dello sciopero che coinvolge diversi settori della pubblica amministrazione.

Le ragioni dello sciopero sono molteplici e vanno al cuore delle politiche economiche del governo nazionale, con una particolare attenzione alla legge di bilancio. I sindacati denunciano i tagli alla spesa sociale, con pesanti ricadute su lavoro, pensioni e servizi fondamentali come la sanità e la scuola.

Le richieste del Pubblico Impiego sono specifiche e mirate. In materia di salario, i dipendenti pubblici lamentano che quanto stanziato dal governo per il rinnovo dei contratti è lontano dal recupero dell’inflazione degli ultimi anni, con una perdita del potere d’acquisto del 16,1%. La stabilizzazione dei precari nel settore pubblico è una delle richieste principali, insieme a misure che affrontino il fenomeno dell’emigrazione giovanile.

Per quanto riguarda le pensioni, le proteste riguardano il ricalcolo contributivo che taglia l’assegno pensionistico fino al 20%, con una revisione delle aliquote del calcolo delle pensioni liquidate a partire dal 1° gennaio 2024. Le criticità toccano anche le nuove disposizioni per l’accesso alla pensione con l’opzione donna a 61 anni.

Il settore degli Enti Locali è minacciato da ulteriori tagli di 600 milioni di euro, con rischi per il turnover del personale e la bloccata assunzione di nuovo personale.

La sanità pubblica è al centro delle proteste per l’incapacità del Sistema Sanitario Nazionale di rispondere adeguatamente alle necessità della cittadinanza. La lunga lista d’attesa per le diagnosi e la carenza di posti letto sono solo alcune delle sfide affrontate dalla sanità pubblica, mentre cresce la dipendenza dai servizi privati a pagamento.

La scuola e l’università sono colpite dai tagli agli organici, con la soppressione di istituzioni e la lotta alla dispersione scolastica che risulta compromessa. Gli insegnanti rivendicano un adeguato ristoro salariale e la difesa del sistema pubblico di istruzione.

Lo sciopero del 17 novembre è un segnale forte di dissenso e rivendicazione da parte dei lavoratori, che chiedono risposte concrete alle sfide economiche e sociali che affrontano.

La Cisl, tuttavia, ha scelto di non condividere la piattaforma sindacale, rivelando le divergenze all’interno del mondo sindacale sulla strategia da adottare in questa fase di tensione sociale.

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