La gestione del personale psicologico nelle Aziende Sanitarie Provinciali di Ragusa e della Sicilia è al centro di un acceso dibattito dopo la pubblicazione del primo report dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana, presentato all’Assessorato regionale alla Salute. Il documento ricostruisce le procedure di reclutamento dei dirigenti psicologi negli ultimi quindici anni, rivelando un quadro […]
SCIOPERANO I LAVORATORI ECOLOGICI DI POZZALLO
22 Dic 2012 15:07
Venerdì scorso gli operatori ecologici hanno incrociato le braccia. Con decisione improvvisa. Assunta per esasperazione. Aldilà di norme e regolamenti che disciplinano il diritto di sciopero, concordati a monte, con il coinvolgimento delle componenti istituzionali, sindacali e lavorative. Purtroppo è facile, in certe situazioni, passare dalla ragione al torto. Quando si rimane senza un euro per la spesa da fare, il prestito da onorare e le bollette da pagare. I netturbini di Pozzallo sono creditori, ad oggi, di sei stipendi e della tredicesima mensilità. La Geoambiente non paga e dice che la colpa è del Comune. Da Palazzo “La Pira” fanno sapere che, per contratto, la ditta ha l’obbligo di anticipare fino a sei mensilità. Fatto è che fra i due litiganti, a farne le spese sono i lavoratori e le loro famiglie. “Bisogna capire – dice il sindacalista della Cisl Carmelo Giannone – il loro stato d’animo. E’ gente esasperata che non sa più a quale santo votarsi per ottenere almeno un sostanzioso acconto. Il Comune aveva promesso loro duemila euro a testa prima di Natale, ma così non è stato. Hanno pertanto reagito con l’unica arma a loro disposizione. Facile dire hanno sbagliato, come del resto loro stessi hanno riconosciuto, ma sarebbe giusto esaminare il problema più a fondo, perché è inconcepibile lasciare per sei mesi senza stipendio persone che vivono del loro unico lavoro. Ironia della sorte sono stati pure denunciati per abbandono ingiustificato di servizio pubblico”.
“Giannone sa bene – replica il sindaco Luigi Ammatuna – che la pubblica Amministrazione, nel caso in specie, non poteva non segnalare alle competenti autorità l’abbandono del servizio, in quanto atto dovuto. Ed è quello che abbiamo fatto nel rispetto della legge, pur avendo la massima considerazione per le legittime richieste dei netturbini”.
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