SCICLI, GLI EX AMMINISTRATORI COMUNALI RICORRONO AL CONSIGLIO DI STATO

Gli ex consiglieri e assessori comunali di Scicli presenteranno ricorso al Consiglio di Stato. Annullamento del D.P.R. 29 aprile 2015. E’ questa la richiesta degli avvocati Gaetano Armao e Bartolo Iacono che depositeranno il prossimo 2 giugno, il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar del 21 marzo che, ha confermato lo scioglimento del Consiglio comunale di Scicli per infiltrazioni mafiose. Il ricorso in appello al Consiglio di Stato avverso le sentenze di primo grado del TAR del Lazio, deve essere promosso nel termine di sessanta giorni dalla notifica della sentenza (4 aprile 2016).

E, intanto, la Città di Scicli sta pagando a caro prezzo una condanna che pesa come un macigno soprattutto perchè il Paese versa in uno stato di “coma etico” e con un evidente vulnus del principio democratico rappresentativo. L’ipotesi che il Consiglio comunale di Scicli è stato sciolto per una scelta quasi ed esclusivamente politica, piano piano sta assumendo -tra l’opinione pubblica- la consapevolezza di un grande bluff, considerato che le disfunzioni amministrative riscontrate nel Comune di Scicli, non hanno fatto desumere “l’esistenza di finalità diverse da quelle del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, e con essa l’esistenza di condizionamenti della criminalità organizzata”. Non a caso la sentenza dei giudici amministrativi del TAR del Lazio, ha fatto registrare un dato incontrovertibile, ovverosia, la certezza che nessuna prova vi sarebbe, infine, di collegamenti di consiglieri e vicesindaco con appartenenti alla criminalità organizzata, come pure non risulterebbero evidenze in ordine alla asserita ingerenza della politica nelle scelte gestionali.

<Siamo convinti -dichiarano gli ex consiglieri e assessori- che Scicli e i suoi cittadini non meritassero l’umiliazione di uno scioglimento per mafia, e che, nessun condizionamento sia riconducibile all’influenza ed all’ascendente esercitati da gruppi di criminalità organizzata. Le istituzioni e la politica -continuano- devono stare sempre dalla parte della giustizia, per questo confidiamo fiduciosi nell’operato dei giudici di Palazzo Spada a Roma. E’ una storia su cui siamo i primi a volere piena chiarezza sulla vicenda, perchè in ballo c’è il riscatto morale, culturale ed economico della nostra città. E’ quindi indispensabile -terminano gli ex amministratori- impegnarci per far riappropriare la collettività della legalità nel suo significato più profondo, unendo responsabilità e giustizia.>

                                                                                        di Guglielmo Scimonello

 

 

 

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