SANTOCONO E STRACQUADANIO SULLA MORATORIA CRIAS

 

Non usano mezzi termini il presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio in merito alla moratoria Crias, definendola “una farsa tragicomica”.

 

“Il 12 marzo scorso (in considerazione dell’accordo tra ministero dell’Economia, ministero dello Sviluppo economico,  Abi e associazioni di categoria del 28 febbraio 2012) – ricordano Santocono e Stracquadanio – la Giunta regionale siciliana deliberava di estendere la sospensione … anche per debiti relativi agli  investimenti delle Pmi siciliane verso gli istituti finanziari regionali … Ircac, Crias, Irfis. Sempre nella deliberazione si scriveva che i tre istituti presenteranno entro 15 giorni dalla comunicazione una dettagliata relazione all’assessore regionale per l’Economia per le determinazioni consequenziali. Il tempo è trascorso ma non si è più saputo nulla. Intanto qualche impresa artigiana ha presentato richiesta di moratoria e la risposta della Crias è stata garbata ma chiara. Con riferimento all’istanza presentata pur comprendendo le difficoltà di tipo economico…si comunica purtroppo di non poter accogliere positivamente quanto richiesto. Quindi la moratoria c’è sulla carta ma non si vede nei fatti. Esiste una delibera con tanto di timbro della segreteria della Giunta regionale firmata dal segretario della Giunta e controfirmata dal presidente Lombardo ma l’atto non ha avuto esecutività. Si è deciso di salvare la forma ma la sostanza è latitante”.

 

Santocono e Stracquadanio continuano: “Per fare qualcosa bisogna forse attendere che qualche altro imprenditore, per elemosinare attenzione, compia gesti estremi e irreparabili? A chi addebitare questa eventuale responsabilità? Ogni giorno, nostro malgrado, siamo costretti a misurare la solitudine di chi non ha più strutture familiari né sociali a cui appoggiare la propria inquietudine. Soprattutto la disperazione cupa di chi non riesce più nemmeno ad alzare la testa perché quando la alza non vede una classe dirigente che indica soluzioni, ma una casta di parolai abbarbicati ai propri privilegi. Non possiamo più accettare questi atteggiamenti che non hanno solo il sapore della presa in giro ma denotano una insensibilità smisurata. Stiamo seriamente valutando l’attuazione di azioni pacifiche ma eclatanti”.

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