San Bartolomeo a Giarratana, presentati gli interventi di restauro della chiesa

La chiesa di San Bartolomeo, a Giarratana, fu consacrata il 29 settembre 1872 dal vescovo di Noto monsignor Benedetto La Vecchia. La facciata che oggi ammiriamo è un esempio del tardo barocco della ricostruzione tipico di molti edifici di culto sorti a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo. E’ preceduta da una ripidissima scalinata e il prospetto si presenta a tre ordini sovrapposti, con colonne binate, i primi due in stile corinzio e l’ultimo che funge da cella campanaria, con colonne in stile ionico.


Nella cella campanaria sono allogate tre campane, la maggiore dedicata al Patrono (rifusa nel 1978) mentre le altre due a Santa Lucia e alla Madonna del Carmelo (anch’essa rifusa nel 1978). Entrando, l’ambiente a pianta basilicale è ampio e luminoso, suddiviso in tre navate intercalate da colonne doriche. Il soffitto della navata centrale è ricco di stucchi a motivi floreali, opere del Gianforma e occupano la superficie delle quattordici vele dal fondo azzurro. La parte centrale, invece, è occupata da tre dipinti opere del pittore chiaramontano Gaetano Distefano, chiamato nel 1836 dall’allora vicario Filippo Dell’Agli a eseguirli e aventi per tema: la discesa di Mosè dal Sinai, la Trasfigurazione, la Cananea.

Questi alcuni dei motivi oggetto della presentazione di ieri sera da parte dell’architetto Francesco Nicita che, alla presenza del parroco, il sacerdote Mariusz Starckzewski, del sindaco Lino Giaquinta e dello storico di tradizioni locali Carmelo Ferraro, ha illustrato il tenore degli interventi di messa in sicurezza e restauro dell’edificio di culto, completati da poco. Un incontro molto partecipato, tenutosi in chiesa, alla presenza della comunità giarratanese. In fondo alla navata centrale la cappella maggiore, che è tornata a custodire la statua del Patrono San Bartolomeo.

La cappella fu costruita nel 1935 su progetto dell’ing. Sciuti di Catania e andò a sostituire il pregevole altare in legno del 1836. Di tale altare, oggi, rimangono alcuni elementi del basamento e pezzi decorativi, tra cui parte del paliotto centrale raffigurante l’apostolo Bartolomeo. Dello stesso periodo l’artistico pulpito alloggiato nella parte destra della navata centrale, e l’organo che, originariamente posto dinanzi al pulpito, nel 1936 fu spostato sopra il portone centrale, provocando la distruzione di uno degli elementi più interessanti della decorazione del tempio: un cartiglio del 1700 sorretto da angeli e putti che narrava la storia di un miracolo attribuito all’intercessione del Patrono avvenuto il 19 maggio 1771.

Sempre nella serata di ieri, la presentazione del restauro conservativo dello stendardo di San Bartolomeo a cura della dottoressa Tiziana Iozzia. Domani, intanto, nel calendario dei festeggiamenti, a partire dalle 18, presso il campetto sportivo Piero Garaffa, si terrà la IX edizione del torneo San Bartolomeo, notturna di calcio a cinque.

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