Salvato gabbiano reale a Donnalucata: aveva un amo da pesca che era stato abbandonato conficcato in bocca

Un gabbiano reale, rimasto con un amo da pesca abbandonato incastrato in bocca, è stato salvato da Riccardo Zingaro, delegato dell’Oipa. Le attrezzature da pesca abbandonate rappresentano una minaccia significativa per la fauna marina, come uccelli marini, tartarughe e piccoli mammiferi.

“Il gabbiano era sotto il sole, sugli scogli, a una temperatura di oltre 40°, chissà da quanto tempo. Era ormai agonizzante», racconta Zingaro. «Non è stato facile estrarre l’amo, ci sono voluti 45 minuti di particolari manovre; fortunatamente sapevo come fare, ma non si tratta di un’operazione semplice. Lui si è fatto soccorrere ben volentieri: stava morendo per colpa dell’incuria di pescatori che non considerano quanto male possono fare agli animali abbandonando lenze, reti e ami nell’ambiente. Lo scorso anno salvai persino un cane con un amo conficcato nella bocca».

IL TRISTE FENOMENO DELL’ABBANDONO DELLE LENZE, DEGLI AMI E DELLE RETI DA PESCA: L’APPELLO DELL’OIPA

L’abbandono di lenze, reti e ami contribuisce anche all’inquinamento da plastica e metallo nei mari, danneggiando l’ambiente marino e la biodiversità.

 “Non abbandonate le attrezzature da pesca: anche il più piccolo amo, una minuscola rete e la più corta lenza dispersi nell’ambiente possono essere causa di atroci sofferenze e di morte per gli animali che abitano il mare, oltre a contribuire all’inquinamento da plastica e metallo”, spiega l’associazione e rivolge questo accorato appello ai pescatori.

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