Saline di Sicilia verso il riconoscimento Unesco? Un comitato promotore e un percorso partecipato

Trapani – Le Saline di Sicilia si candidano al prestigioso programma “MAB-Riserve della Biosfera” dell’Unesco, con un percorso unico nel suo genere in Italia. A sostenere la candidatura sono già 19 tra associazioni e imprese, affiancate da otto soggetti istituzionali. Il progetto, che si svilupperà fino al 2026 con la redazione del dossier di candidatura, prevede un fitto programma di 40 incontri con il territorio entro luglio 2025.

Si tratta della prima candidatura in Italia che riguarda un’area umida costiera e la prima in assoluto per la Sicilia. Il comitato promotore è composto dalla Regione Siciliana, dalla Camera di Commercio di Trapani (in collaborazione con Unioncamere Sicilia), dai Comuni di Trapani, Misiliscemi, Paceco e Marsala, dal Libero Consorzio di Trapani e dal WWF, gestore delle due riserve regionali coinvolte.

Un progetto per lo sviluppo sostenibile

Il presidente di Unioncamere Sicilia e commissario straordinario della Camera di Commercio di Trapani, Giuseppe Pace, ha sottolineato il valore di questa candidatura: “Il nostro territorio ha finalmente trovato quell’unità che per decenni era mancata. Abbiamo costruito un progetto condiviso che punta alla tutela e alla valorizzazione di un patrimonio naturale unico, ma anche alla crescita delle attività produttive e turistiche, della formazione e della ricerca. La Camera di Commercio ha stanziato un finanziamento triennale per garantire la continuità del progetto, ma il comitato resta aperto a nuove adesioni e contributi”.

A supporto della candidatura è stato redatto uno studio di fattibilità curato dagli esperti Giorgio Andrian, specialista in candidature Unesco, e Luca Dalla Libera, direttore di Agenda 21 ed esperto di turismo sostenibile. L’obiettivo è creare un sistema territoriale unico, in sinergia con gli altri siti Unesco italiani attraverso il network Mirabilia di Unioncamere.

Un riconoscimento che non impone vincoli ma opportunità

Giorgio Andrian ha voluto chiarire un aspetto spesso frainteso: “Un sito Unesco non introduce nuovi vincoli ambientali oltre a quelli già esistenti. Anzi, permette di armonizzare le attività presenti sul territorio, trovando soluzioni per la loro coesistenza e crescita sostenibile”. Esperienze simili in altri paesi dimostrano come il riconoscimento MAB favorisca lo sviluppo locale.

Convergenza tra ambientalisti e imprese

Durante l’incontro tenutosi presso la Camera di Commercio di Trapani, si è registrata un’inedita convergenza tra mondo ambientalista e settore imprenditoriale. Silvana Piacentino, direttrice della Riserva delle saline di Trapani e Paceco per il WWF, ha evidenziato l’indispensabile ruolo umano nella conservazione della biodiversità: “Senza il lavoro quotidiano dei salinari, questo habitat non esisterebbe”. Un concetto ribadito anche da Giacomo D’Alì, presidente della Sosalt, che ha riconosciuto l’importanza di un equilibrio tra la produzione del sale, il turismo e la tutela ambientale.

Anche il settore industriale guarda con interesse alla candidatura. Filippo Amodeo, vicepresidente vicario di Sicindustria Trapani e amministratore della Nino Castiglione, ha sottolineato come il riconoscimento Unesco possa stimolare lo sviluppo di attività economiche sostenibili, dal riutilizzo degli scarti agricoli e della pesca fino alla valorizzazione delle cave di marmo.

Dal canto suo, Francesco Picciotto, dirigente del servizio Aree protette dell’assessorato regionale Ambiente, ha ribadito l’impegno della Regione per la tutela dell’ambiente, citando il recente intervento di elettrificazione dell’Isola di Mothia come esempio concreto di sostenibilità. Ha inoltre evidenziato come i futuri progetti infrastrutturali per migliorare l’accessibilità e la fruizione intelligente delle riserve possano trovare spazio nei finanziamenti europei della programmazione 2021-2027.

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