Molti associano il loro volto alle vacanze estive, al sole che illumina Marina di Modica e al movimento dei mesi più caldi. Per altri, invece, sono un punto di riferimento imprescindibile della frazione marinara modicana anche quando arriva l’inverno, le strade si fanno silenziose e il mare cambia colore. Sono Giovanna, Jole e Veronica: le […]
Rocco Siffredi Presidente: i giovani, la politica e il calo del desiderio
27 Gen 2022 08:51
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
“Houston! … qui Ragusa.”
Mistero. Perché i giovani mantengono una sorta di distanza covid dalla politica? Perché mai non ci credono? Diffidano? Non la stimano? Non ne sono follemente attratti?Eppure già le sole votazioni per l’elezione della più alta carica dello Stato rappresenterebbero un irresistibile Canto delle Sirene. Uno spettacolo non meno che edificante di pura credibilità verticale in grado di accendere la passione civile. La fiamma per lanciarsi e buttarsi a capofitto nell’attivismo politico già a partire dai diciotto anni. In scioltezza.Nel romanzo quirinale (a tratti hard) di questi giorni indimenticabili, hanno fatto capolino in magna declamazione alcuni nomi affascinanti, Nino Frassica, Francesco Totti, Barbara D’Urso, Rocco Siffredi (ne dimentico di pregiatissimi e me ne scuso sin d’ora con gli interessati), tra centinaia di schede bianche che, per i commentatori più pignoli ed esigenti, denuncerebbero l’incapacità dei nostri rappresentanti di assumersi responsabilità decisive nello scrivere il nome della guida in questo timing dell’emergenza nazionale.
Sì, confermo e ne ho le prove: tra gli altri candidati promossi in punta di penna, rimbomba anche il nome altisonante ed evocativo del Siffredi.Se vi va, ora provate a mettere insieme, come in un avventuroso e rocambolesco quadro sinottico, il sembiante di Rocco Siffredi, autorevole figura istituzionale di un governo, a suo modo, comunque “tecnico”, e la fotografia del dramma che stiamo ancora vivendo tutti: contagi, ricoveri, morti, crisi del lavoro e delle imprese, scuola, ansie multiformi e via soffrendo (e non ho voluto citare la crisi ucraina solo per non infierire). Quale istantanea simbolica dello psicodramma di queste settimane, potrei scegliere anche la Dad (per tutto ciò che di caotico interiore essa riesce ad evocare). Fatto? Bene. Rocco da una parte, Dad dall’altra. Ma non credete insieme a me che persino un bambino di tre anni troverebbe fuori luogo e persino allucinogeno il senso dell’umorismo (?) di questi “erotisti anonimi”? Per carità! Non dirò che il tempio sacro della democrazia deve essere austero e intoccabile. Non sarò così trombone e censore da condannare la burla che è quota storicamente irrinunciabile nelle liturgie delle prime tre votazioni ad usum Marini (Valeria, intendo).
Moralismi e bacchettonismi a parte, è chiaro che si tratta di una minima questione. Ma parliamo qui di comunicazione e psicologia dei segni e dei gesti simbolici. Del significato di quel qualcosa di maleodorante e appiccicoso che essi lasciano comunque in giardino. Sotto l’albero. No. Al Bano Presidente non fa ridere. E stride essenzialmente con tutto, hic et nunc. Ironia e autoironia sono come la bellezza. Salveranno il mondo. Tuttavia, poche cose sono più sgradevoli e imbarazzanti della goliardia quando essa è infantile, banale, ovvia, greve, usurata, trita e ritrita, e soprattutto fuori posto e fuori sincrono a livello elementare. Contesto e tempo sono due variabili in grado di determinare la differenza tra una provocazione sottile e una boiata inutile. Una boiata rivelatrice della inadeguatezza e superficialità di chi ne è l’interprete compiaciuto e misteriosamente divertito.
Dove è il mistero? Perché i ragazzi rispettano la distanza covid dalla politica? Come fanno a non crederci?Forse non comprendono. Non riescono. Forse succede anche perché sono troppo adulti rispetto a molti dei politici di oggi. Troppo seri quando c’è da essere seri. Troppo divertenti quando c’è da divertirsi. Questa politica, al mood dei loro sensi, è appena potabile con sufficienza. Con la stessa sufficienza con la quale i protagonisti della politica trattano il tema sensibilissimo della fatica severa delle vite che dovrebbero amministrare e proteggere in uno snodo come quello attuale. È così la politica per molti ragazzi. Ai loro occhi svelti e digitali è poco più di un meme. Un meme neppure riuscito bene. Un meme maledettamente scemino.Quando eleggiamo i nostri rappresentanti dovremmo forse essere più attenti. Non può essere dignitosa e lecita qualsiasi battuta. Proprio perché ridere è una cosa seria. Che non va sprecata e svilita. Direte: e che sarà mai? Sarà. Credo che non possiamo minimizzare su ogni cosa. Retorica a parte. Altrimenti vale sempre tutto. Anche il nulla.
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