Walter Morale, Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’ASP di Ragusa, è stato eletto Presidente della Sezione Interregionale Campano-Siciliana della Società Italiana di Nefrologia (S.I.N.) per il prossimo triennio. L’elezione è avvenuta al termine di una consultazione elettorale online che ha coinvolto tutti i nefrologi delle due regioni, confermando la fiducia della comunità scientifica […]
Roberta, il sorriso del 118 ed il ricordo commosso dei suoi colleghi
28 Ago 2025 13:08
“Era una di noi. Sempre sorridente, capace di rendere leggere anche le giornate più dure. Con Roberta non ti sentivi mai solo, neanche davanti alle emergenze più difficili”. Le parole di Giovanna Oddo e Nicola Spadaccino, colleghi di lunga data di Roberta Occhipinti, si spezzano mentre la ricordano. Lei, soccorritrice del 118 di Modica, ha perso la vita nella tarda serata del 27 agosto in un incidente stradale lungo la Ragusa-Mare, mentre rientrava a casa da Marina di Modica dopo il turno. Una fine improvvisa, crudele. Ma nei ricordi dei suoi compagni di lavoro Roberta resta soprattutto la collega che “sapeva alleggerire anche i momenti più pesanti”.

Vent’anni insieme sulle ambulanze
Con Giovanna e Nicola aveva condiviso quasi vent’anni di servizio. Prima a Modica Alta, poi a Modica Sorda, fino agli ultimi giorni appunto a Marina di Modica dove in estate l’ambulanza da Modica viene disclocata. Sempre fianco a fianco, sempre la stessa squadra. “Ci siamo ritrovati insieme dal 2010 in poi – raccontano – e da allora non ci siamo più lasciati. In postazione eravamo una famiglia”. La vita del soccorritore è fatta di turni infiniti, di emergenze notturne, di dolore incontrato ogni giorno. Ma con Roberta, dicono, era diverso: “Aveva un cuore grande, riusciva a sdrammatizzare le situazioni più tese. Bastava una sua battuta per riportare un po’ di respiro anche dopo un intervento difficile”. “Roberta, aggiungono, era anche una mamma eccezionale con due figli, Gabriele ed Ilary, di 34 e 37 anni”
Ricordi tra il serio e il tenero
I colleghi custodiscono episodi che oggi sembrano preziosi frammenti. “Una volta eravamo durante un soccorso in strada – racconta Nicola – dovevamo sollevare una barella. Roberta, che soffriva di mal di schiena, rimase bloccata e rischiò quasi di cadere. Nel tentativo di aiutarla la sollevai insieme alla barella: finimmo a ridere persino in quel momento. Questo era Roberta: professionalità assoluta, ma sempre accompagnata da un’umanità contagiosa”. E poi le prove di imbragaggio, trasformate in gioco: “Ci prendevamo in giro, ci facevamo da cavie a vicenda. Con lei anche le esercitazioni diventavano momenti di squadra e di allegria”.
Una forza silenziosa
Nonostante le difficoltà personali – una separazione, i problemi che la vita non le aveva risparmiato – Roberta affrontava tutto con dignità. “Dietro il sorriso nascondeva un coraggio che pochi hanno. Non si abbatteva, e questo ci dava forza anche a noi”.
“Roberta era il 118”
Per chi ha lavorato accanto a lei, Roberta non era solo un’autista soccorritrice. Era l’anima di una squadra, il volto umano di un servizio che vive spesso nell’ombra. “La ricordiamo come collega, ma soprattutto come amica. Roberta era il 118. E continuerà ad esserlo, in ogni sirena che parte, in ogni soccorso che si compie”
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