RIPARTIAMO DALLE STORIE E DAI VOLTI

 Un video con le immagini dei cinque anni del Centro Babel per donne rifugiati e per i loro bambini a Modica ha trasmesso immediatamente quanto sia importante l’accoglienza. Insieme alle immagini, alcune storie hanno parlato di un’Africa sofferente, un’Africa fatta di dolore, ingiustizia, violenza. Diversa dalla vera Africa, che mette al centro la relazione e che accoglie l’ospite con una danza, che non è solo esteriore, ma è indicativa di uno stile di vita. L’Africa delle guerre e l’Africa della relazione trovano una splendida sintesi nelle tante storie passate in questi anni dal Centro Babel di Modica: storie di coraggio, storie di lotta per ricongiungere i propri cari, storie di gratitudine per chi condivide la loro sorte. Non per nulla il titolo del video era “I have a dream (io ho un sogno)”. Così – nel calore dell’amicizia e nella forza del sogno – la sera del 20 giugno a Crisci ranni, il video che introduceva la festa del rifugiato ha aiutato a ritrovarsi umani, a ritrovarsi l’unica famiglia di popoli diversi ma tutti accomunanti dall’unica umanità. Il vociare allegro dei bambini, l’abbraccio tra donne africane e volontari della scuola di italiano, promossa dal coordinamento “I sentieri di Isaia” della Caritas diocesana, esprimevano bene come il dolore può trasformarsi in gioia se qualcuno condivide. E un testo di don Tonino Bello, profeta del nostro tempo, aiutava a capire come la condivisione non può ridursi a una semplice parentesi, ma deve diventare la passione stessa della vita. Per cui il fratello va non solo accolto, ma anche cercato, perdonato, “inseguito” se necessario … La cena comune diventava poi ulteriore segno di come sia importante diventare fratelli, non nell’anticamera della vita, ma al cuore della vita, alla mensa, preparata con cibi delle diverse tradizioni del mondo: dal Magreb alla Somalia, dalla Polonia all’India, dal Brasile alla Cina, dal Senegal alla Romania. E si intende, anche da Modica, con il contributo specifico del laboratorio don Puglisi, che insieme alla Focacceria, è uno dei luoghi di inclusione sociale grazie a cui queste donne possono guadagnare qualcosa per aiutare i propri cari e per accelerare il raggiungimento. Un’invocazione alla “Madonna della conchiglia” all’inizio del video ha ricordato anche come tutti i rifugiati e tutte le vittime delle guerre e della miseria hanno bisogno di trovare eco vero nel nostro cuore, come quello che risuona nel cuore di una madre che vuole bene i propri figli. Ancora una volta vorremmo che l’affetto avesse valenza politica, disegnasse – insieme alla gratuità, testimoniata dai tanti volontari presenti – una città veramente a misura di sguardo. Ora l’appuntamento è per venerdì 28 giugno alle 21 sulla scalinata di san Pietro quando, con lo spettacolo “Il potere dei segni” ed un’altra cena multietnica, il messaggio sarà rilanciato arricchito dall’eco di parole e gesti di testimoni come papa Giovanni XXIII, don Tonino Bello, don Pino Puglisi, Peppino Impastaro e la mamma Felicia Bartolotti, Nino Baglieri, don Primo Mazzolari. 

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