Rimesso in libertà il 22enne accusato di rapinare e aggredire i giovani gay a Vittoria

Revoca dei domiciliari per il 22 enne di Caltagirone, Salvatore Di Dio.

Il ragazzo era stato arrestato nel settembre scorso nell’ambito dell’operazione che sgominò la banda di giovani rapinatori, di Vittoria ed Acate, che prendevano di mira omosessuali nella zona industriale di Vittoria.

Rapinavano i gay in cerca di partner la notte: tre persone arrestate a Vittoria

Secondo l’accusa, i giovani fingevano di voler incontrare partner occasionali e, una volta a bordo dell’auto della vittima, la attiravano in luoghi appartati dove, insieme ad altri complici, la massacravano per derubarla. L’indagine si sviluppò in due operazioni: la prima nell’agosto del 2018, in cui vennero arrestate tre persone, di cui un minorenne, e la seconda il mese successivo, con l’arresto di un maggiorenne ed un minorenne. Di questi, due hanno scelto il rito abbreviato, due erano minorenni all’epoca dei fatti (e quindi il loro procedimento segue vie diverse) e gli altri attendono la prossima udienza, fissata per il 7 giugno.

Di Dio, residente ad Acate, fu arrestato nel settembre del 2018. Il Tribunale collegiale di Ragusa venerdì scorso ha accolto l’istanza di revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari presentata dallo Studio Penale Luca Fosco di Caltagirone. Nell’istanza, il legale ha sottolineato come la vittima dell’episodio riconducibile a Di Dio, sentita lo scorso 5 aprile, ha ridimensionato le responsabilità del suo assistito. Di Dio, secondo l’avvocato, non ha posto in essere nessuna condotta di adescamento sessuale, nessun allettamento, nessun invito esplicito alla parte offesa e, al contrario, non è mai intervenuto.

Per quanto riguarda il reato di rapina, sempre secondo quanto affermato dall’avvocato difensore di Di Dio nella istanza di revoca della misura cautelare, l’imputato si sarebbe limitato ad una mera presenza sui luoghi, rimanendo per di più sempre all’interno della propria autovettura. Versione, questa, che sarebbe stata confermata dalla vittima in sede di deposizione. “Il comportamento di Di Dio, in definitiva- si legge ancora nella nota dell’avvocato difensore- si limitò ad assistere alle condotte del terzetto, impaurito dalle loro azioni, e si concretizzò nel seguire con la propria autovettura gli altri coimputati che lo precedevano con l’auto della parte offesa”. Secondo l’avvocato Fusco, il suo cliente in questa fase fu in “costretto, intimorito e controllato nei suoi movimenti da continui squilli al suo cellulare da parte di uno degli imputati, affinché non deviasse dal percorso”.

Nella giornata di venerdì, il  Tribunale collegiale di Ragusa, composto da Vincenzo Panebianco (presidente), Elio Manenti (giudice) e Maria Rabini (giudice relatore) ha quindi accolto la richiesta di revoca presentata dal legale dell’imputato.   La decisione si fonda, soprattutto, sulle dichiarazioni della vittima che avrebbero dimostrato come “l’apporto fornito da Di Dio alla realizzazione del reato di rapina aggravata sia stato minore rispetto a quello fornito dai correi”.

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