Rimane in prognosi riservata il trentenne vittima assieme al padre dell’agguato del 3 giugno a Scicli

Un clima di doppia attesa quello che si registra a Scicli attorno all’agguato del 3 giugno scorso a seguito del quale sono stati feriti gravemente il titolare di una casa di riposo, C.M. 57 anni, ed il figlio C.G. 30 anni judoka. Attesa per la sorte dei due feriti ricoverati, entrambi, al reparto di oculistica dell’ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa ed attesa per i provvedimenti giudiziari a carico dei due fratelli Roberto e Mauro Gesso, entrambi pregiudicati, che avrebbero teso l’agguato ai due in contrada “Zagarone” poco distante da una palestra fra il centro abitato ed il villaggio Jungi e che al momento si trovano rinchiusi nel carcere di Potenza in attesa della convalida del fermo indiziario di delitto emesso a loro carico che gli è stato notificato dai carabinieri del Comando provinciale di Ragusa con il suo Reparto investigativo e della Compagnia di Modica con il suo Nucleo operativo i cui ufficiali nella notte fra il 3 ed il 4 giugno hanno raggiunto in Campania di due fratelli Gesso.

Le condizioni cliniche dei due feriti.

Il trentenne judoka, C.G., è stato sottoposto ad intervento chirurgico ad un occhio a seguito di una ferita perforante. La prognosi resta riservata per l’organo e per la sua funzione. Le condizioni dell’occhio e della retina del giovane saranno monitorate nei prossimi giorni. Il padre C.M. verrà anch’egli sottoposto a un intervento nel pomeriggio di oggi. L’ematoma che si era formato è diminuito. Le sue condizioni, al momento, non destano particolari preoccupazioni.

Le indagini sui due fratelli Roberto e Mauro Gesso, presunti autori dell’agguato.

Nonostante abbiano cercato di allontanarsi il più lontano possibile dal luogo dell’agguato non ci sono riusciti. Intercettati a Sala Consilina sono stati sottoposti a fermo indiziario di delitto per il reato di tentato duplice omicidio. Atteso in queste ore il provvedimento del magistrato . Rinchiusi al momento nel carcere di Potenza dopo la conclusione delle formalità sulle loro posizioni potrebbero essere trasferiti in provincia dove la Procura della Repubblica di Ragusa sta coordinando le indagini. La corsa per allontanarsi dal luogo dell’agguato è durata appena sette ore. Dal ferimento avvenuto poco dopo le 12 del 3 giugno scorso alle 18, nel pomeriggio, erano già stati intercettati dalla Polizia Stradale di Sala Consilina. Nella notte poi erano stati raggiunti da due ufficiali dei carabinieri che hanno formalizzato, dopo i primi interrogatori, il fermo di polizia giudiziaria. C’è da capire chi ha usato il fucile a canne mozze per sparare e chi abbia avuto il ruolo a sostegno nella spedizione sanguinaria. Regolamento di conti? Attriti economici? Si scava sui rapporti delle due famiglie entrambe note a Scicli.

Ai Carabinieri và il plauso nel giorno del 209° Annuale di Fondazione dell`Arma da parte del sindaco Mario Marino e della città di Scicli.

“In rappresentanza dell’intera comunità cittadina, esprimo massimo supporto verso l’operato delle forze dell’ordine – afferma il primo cittadino – la città risponde unita a quanto accaduto nel nome della legalità, il cui valore è per noi una stella polare irrinunciabile. La nostra comunità, composta da persone perbene ed operose, si schiera convintamente dalla parte di chi crede nella giustizia e di chi agisce per garantirne l’applicazione ed il rispetto della legge. Come Amministrazione, la sinergia con i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Guardia di Finanza è e sarà massima”.

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