RIFORMA E CONTRORIFORMA

La Riforma Protestante si affermò in  Germania come reazione la decadenza morale della Chiesa, lo smodato nepotismo e agli abusi con cui venivano erogate le indulgenze (condono delle pene da scontare nell’altro mondo in espiazione dei peccati). Promotore di questa ‘rivoluzione’ a carattere religioso fu un monaco tedesco della Sassonia, l’agostiniano Martin Lutero (1483-1546).

Costui, entrato in lotta con Roma per la questione delle indulgenze (1518), finì col negare anche il dogma (verità di fede) cattolico, sostenendo due principi ereticali: la sufficienza della fede alla salvezza dell’anima e la libera interpretazione della Sacra  Scrittura.

Scomunicato dal papa Leone X e messo al bando dall’Impero da Carlo V (1521), Martin Lutero fu sostenuto dalla nobiltà tedesca, che impose all’imperatore la pace di Augusta (1555), per cui si spezzò l’unità religiosa della Germania.

Sorsero altri riformatori,  Giovanni Calvino, (1509- 1564),  a Ginevra, fu uno di questi, e fondò la Chiesa Evangelica. Nella sua dottrina egli  sosteneva che la salvezza dipende soltanto dalla grazia, che Dio concede solo a pochi eletti (predestinazione). Calvino fu un riformatore, oltre che religioso anche morale e politico, infatti esigeva rigorosa austerità dei costumi e organizzò la comunità dei fedeli su base democratica.

Altre Chiese protestanti furono la presbiteriana,  anglicana, ecc..

Grosso modo, rimase obbediente al pontefice  tutta l’Europa latina, cioè tutti i Paesi che erano stati civilizzati dall’antica Roma, mentre divenne protestante, con Chiese diverse, i paesi svizzeri, tedeschi ed anglosassoni. Quindi fu anche una rivolta contro la tradizione latina, rappresentata dal Papato e dall’Impero.

Di fronte al gravissimo scisma la Chiesa romana si preoccupò di impedire e prevenire nuovi sfaldamenti nel corpo della società cattolica.

Si rese quindi necessaria un’ampia opera di rinnovamento che si potrebbe sintetizzare in tre punti:

1)    definizione  chiara ed intransigente del dogma (verità di fede);

2)    preparazione morale e culturale del clero per renderlo degno della sua missione;

3)    istituzione di organismi idonei ad esercitare una severa disciplina delle idee.

Anche quest’opera di risanamento fu una Riforma, ma si chiamò Controriforma, per contrapposizione da quella attuata dai Protestanti.

Fu affrontata dal Concilio di Trento nel 1545, con una breve pausa a Bologna  1547-1549) e, tornato a Trento, ebbe una sospensione dal 1553 al 1561e si concluse nel 1563

Nell’intenzione dell’imperatore Carlo V il Concilio avrebbe dovuto servire a far rientrare i Protestanti nella Chiesa Romana, a prezzo di qualche concessione, ma poiché questi si rifiutarono di parteciparvi, il Papato diresse tutto secondo i propri fini, rifiutando ogni conciliazione con gli eretici e attuando una riforma rigidamente cattolica.

Furono condannate tutte le proposizioni luterane, riaffermando il valore del magistero della Chiesa in materia di dogmi e la necessità delle opere per la salvezza delle anime. Fu riformata la disciplina del clero, confermando l’obbligo del celibato e istituendo i seminarî per la sua formazione; fu fatto obbligo ai vescovi di risiedere nelle loro diocesi e di sorvegliare l’opera dei parroci con le visite pastorali e redigendo dei verbali per ogni visita (atti visitali); i parroci ebbero l’obbligo d’impartire l’istruzione catechistica al popolo e di prodigarsi nell’assistenza, anche materiale, secondo lo spirito della vera carità cristiana.

Fiorirono molti ordini religiosi, (o riformati), tra i quali Gesuiti, Barnabiti Somaschi, Scolopi Oratoriani, Teatini, Lazzaristi, Cappuccini, ecc.

La Controriforma provvide anche a creare organi per difendere la religione cattolica da altre eresie con il Santo Uffizio, come tribunale per la condanna degli eretici e la Congregazione dell’indice dei libri proibiti per impedire la diffusione della stampa contraria alle verità di fede.

Fiorirono  anche nuove forme d’arte, come lo stile barocco e la musica sacra.

Attualmente il catechismo è sta rinnovato più volte, anche altri Concili sono stati indetti nei 450 anni dopo la conclusione di quello di Trento, ma affonda ancora le radici in quel rinnovamento religioso del XVI secolo.

Purtroppo l’intolleranza reciproca alimentò atroci guerre di religione tra Protestanti e Cattolici. A metà del secolo XVII, per il trionfo delle forze della Francia, benché cattolica,  tramontò in Europa il predominio della Casa d’Austria e si affermò il primato francese (1648-1700). Va ricordato che in Italia continuò per quel mezzo secolo la dominazione spagnola.

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