Riflessioni sulla “desertificazione” di Ibla: non è solo un problema di parcheggi, non si vive di sole pizzerie e Montalbano

Hanno suscitato molto dibattito alcuni nostri articoli che parlano della “desertificazione” di Ibla in questo periodo. Alcuni lo attribuiscono alla viabilità poco chiara, altri al problema dei parcheggi, altri ancora alla fine del feonomeno Montalbano, che certo non poteva durare in eterno.

Ma è tutto qui? Che cosa è successo in questi anni per “alimentare” il fenomeno Montalbano? E rispetto ad altre realtà della provincia, cosa è mancato? Se si fa un paragone con altre città come Modica, cosa c’è da rimproverare al ragusano?

Un nostro appassionato lettore, ci ha inviato una sua riflessione che riteniamo molto interessante e per questo abbiamo deciso di pubblicarla, affinchè anche altri possano riflettere su questo problema.

“Ho letto con interesse l’articolo sulla decadenza di Ibla, tralasciando l’improvvido paragone con Taormina, mostro sacro del turismo in Sicilia, la principale colpa viene cercata nel non permettere ai turisti di raggiungerla comodamente in macchina, potendo, si vorrebbero fare dei parcheggi, chiaramente gratuiti, anche sulle scalinate del Duomo.
Il restauro di Ibla, unitamente promozione pubblicitaria di cui ha goduto grazie alla fiction Montalbano, distribuita in tutto il mondo, aveva creato le condizioni per un brillante sviluppo turistico.


Ma come ogni fenomeno, anche questo va alimentato, non basta dire questi sono i luoghi di Montalbano, bisognerebbe man mano continuare a offrire occasioni e motivi perché, non solo nuovi turisti abbiano voglia di venire a Ibla, ma anche chi ci è già stato, ritorni.
Questo non è successo, in questi anni è stata visitata da qualche turista per essere invasa la sera da una moltitudine caciarona, oggi offre una sequela di ristoranti e pizzerie, che contrastano con la bellezza dei luoghi, allo stesso tempo Ragusa è diventata una città morta, Marina di Ragusa, è stata meta di qualche straniero, ma ha continuato a vivere, fino a Luglio, di sabati e domeniche, diventando un caos, ad agosto.

Ibla è stata e doveva continuare ad essere una bellissima bomboniera, con i suoi monumenti, i suoi palazzi, le sue stradine, le sue luci soffuse, il suo silenzio magico, da utilizzare per completare con Ragusa e Marina di Ragusa, il pacchetto da offrire al turismo internazionale.

Forse bisognerebbe rivedere le potenzialità dei vari siti, guardando anche ad altre realtà, ho notato che i negozi delle firme più importanti del made in Italy sono a Modica, Ragusa offre un centro commerciale pieno di negozi di primo prezzo e sulla via principale sopravvivono gli ultimi eroici commercianti, il centro di Modica la sera e ben frequentato, a Ragusa dopo le venti non si muove più nessuno.
A Marina di Ragusa si preferisce investire in discutibili piste ciclabili, anziché in verde e iniziative culturali e artistiche, non esistono luoghi di svago, solo paninerie, ristoranti e pizzerie.

Per concludere non si vive di solo di cibo e parcheggi gratuiti, forse i cittadini si aspettano dagli amministratori un salto di fantasia per affrontare le cause che riducono le presenze turistiche”.

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