Refezione scolastica. A Vittoria è polemica ma negli altri comuni come stanno le cose?

La notizia del costo delle tariffe per le famiglie che vogliono usufruire del servizio mensa a Vittoria ha creato una certa polemica in città. Il dato ci è sembrato interessante e ci ha spinto a cercare di capire come funzionano le mense anche negli altri comuni della provincia di Ragusa.
Lo diciamo subito: ogni città è diversa, risponde a esigenze diverse sia per territorio che per numero di utenti. Non è neanche possibile fare una classifica del comune che offre il pasto più economico e quindi in linea teorica più vantaggioso dal punto di vista economico per le famiglie. Non tutti i comuni, tra l’altro, adottano il criterio delle fasce di reddito ISEE: in talune città, infatti, il prezzo è uguale per tutti i bambini.
Molto dipende dal tipo di pasto (anche se tutti offrono ai bambini un primo, un secondo, l’acqua e la frutta), dal numero di utenti, di abitanti della città e, soprattutto, dagli appalti delle varie ditte.
Partiamo dai comuni Montani. Chiaramonte, Monterosso e Giarratana offrono sostanzialmente pasti a cifre simili. A Chiaramonte, il costo di un pasto è 1,60 euro. Ogni famiglia può acquistare un carnet di 25 biglietti a 40 euro e spenderli quando vuole. Tutti i bambini pagano comunque la stessa cifra e quindi non è adottato il criterio delle fasce di reddito.


A Monterosso è sostanzialmente la stessa cosa: i bambini pagano 2 euro per ogni singolo pasto senza distinzioni di reddito.
Anche a Giarratana il costo per le famiglie è di 2 euro a pasto, senza distinzioni di reddito. In realtà, il comune paga 4.80 euro e le famiglie contribuiscono con 2 euro, il resto è a carico del comune. Inoltre, c’è da precisare che a Giarratana qualora i servizi sociali segnalino situazioni di particolare disagio, il pasto viene offerto gratuitamente. Ciò, però, è possibile in una cittadina piccola come Giarratana, dove effettivamente il controllo delle situazioni economiche e familiari è molto più efficace rispetto alle grandi città.
A Santa Croce Camerina, non c’è una vera e propria mensa scolastica e al momento ci risulta essere l’unica città a non averlo avviato. Da 7 anni, infatti, il Comune da un contributo alle famiglie di 2 euro, una sorta di voucher, che può essere speso per acquistare un pasto caldo nel supermercato convenzionato. Anche qui, non è adottato il criterio delle fasce di reddito. Dal Comune, però, ci fanno sapere che si sta lavorando per avviare un vero e proprio servizio mensa, così come è presente in tutti gli altri comuni della provincia.


Anche ad Acate
non viene applicato il criterio delle fasce ISEE: qui, il costo del pasto è di 2 euro a famiglia per tutti. Il Comune contribuisce con 60 mila euro che servono a coprire la quota del costo del pasto dell’appalto. In città, vengono serviti 140 pasti al giorno ma il numero, ci fanno sapere dal comune, è in aumento in quanto il servizio è particolarmente apprezzato.
Ad Ispica, secondo quanto siamo riusciti a rintracciare in albo pretorio, il costo del pasto è di 3.58 euro oltre IVA, senza ricorrere al criterio delle fasce di reddito, così come Pozzallo. Qui, il pasto costa 4.40 euro iva per tutti i bambini. Da precisare, che la mensa di Pozzallo è plastic free e il pasto è biologico. I bambini portano da casa le loro posate, mentre il piatto viene portato dalla ditta appaltatrice.
Tutti questi comuni, lo ribadiamo, non adottano il criterio delle fasce di reddito, ma un prezzo unico per tutti i bambini. Comiso, Vittoria, Modica e Ragusa, invece, sono le città in cui a determinare il prezzo del pasto è il reddito ISEE.


A Ragusa
, per i redditi oltre i 26 mila euro, il pasto costa 3 euro, ma qui è prevista una riduzione per il secondo figlio. Il pasto ridotto costa a 2.55 euro.
Fascia dai 16 mila ai 26 mila, costa 2.20 euro, ridotto 1.87 euro.
Fascia dai 10 mila ai 26 mila, 1, 80 euro, ridotto 1,53 euro.
Fascia dai 5 mila ai 10 mila, 1 euro, ridotto 0.85 centesimi.
Inferiore ai 5 mila: 0,50 centesimi, ridotto 0,42 centesimi.
A Modica la situazione è leggermente diversa. Chi ha un reddito fino a 7 mila euro è esente.
Dai 7 mila i 15 mila, paga 1 euro a pasto. Dai 15 mila ai 20 mila, 1.50. Redditi superiori ai 20 mila, 2,96 euro a pasto.


Infine, guardiamo la situazione di Vittoria, dove è scoppiata una polemica sul costo del servizio mensa e Comiso. A Vittoria si paga 0,90 cent per le fasce di reddito fino ad 2.800,00 euro; di 2,30 euro per le fasce ISEE da €. 2.800.00 ad 11.000,00 euro; di 3,30 per la fascia tra 11.000,00 e 18.000,00 euro e 4,30 euro per la fascia oltre i 18.000 euro. A Comiso le cifre sono leggermente diverse. Per le fasce che vanno dai 20.000 ai 30.000 euro, la mensa è a 2 euro e 2,50 euro per quelle che superano i 30mila euro.
A Scicli, il costo del pasto è di 4.30, costo che in parte viene rimborsato dal Comune.

Alla luce di questi dati è possibile fare delle considerazioni. Certamente, la provincia di Ragusa, è ben lontana dalle cifre delle grandi città del Nord Italia, per esempio, dove la mensa per i bambini è molto più cara. Si dirà che da quelle parti gli stipendi sono maggiori, ma è anche vero che il costo della vita è molto più alto rispetto al nostro. Basti solo pensare che la maggior parte dei cittadini del Nord Italia non ha una casa di proprietà e pagano affitti stratosferici.

Certo, il caro vita, l’aumento dei costi delle materie prime e l’inflazione generale che ci sta massacrando, ha sicuramente influito sul costo dei prezzi della mensa scolastica. Bisogna però specificare che tutto sommato ci sembra che i Comuni offrano un servizio alla portata della maggior parte delle famiglie e raramente si sono sentite lamentele sulla qualità del cibo. Anzi, molti comuni hanno dovuto incrementare il numero dei pasti proprio perchè ritenuti ottimi dal punto di vista nutrizionale e della qualità. Qualche polemica, come sempre, è inevitabile. Tuttavia, nel complesso, ci sembra che il servizio refezione scolastica in provincia goda di buona salute.

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