Recovery fund, per Italia Viva serve sinergia tra Comuni Val di Noto

“In questo periodo si sente molto parlare di Next Generation, Recovery Plan oltre ad altre espressioni analoghe che sembrano lontane da noi e dai nostri territori ma che, in realtà, costituiscono un concetto molto vicino”. Marianna Buscema, coordinatrice provinciale di Italia Viva Ragusa, accende i riflettori su un tema che è destinato a condizionare le nostre scelte per gli anni futuri.

“Le Amministrazioni comunali ed i territori sono chiamati ad accettare le sfide del Recovery fund o subiremo ciò che il futuro ci riserva senza occasione di protagonismo – continua Buscema – e, per questo motivo, ogni Comune deve sentirsi parte attiva nell’ambito di una determinata area. Il Sud est, il Val di Noto, se esiste nella sua dimensione più ideale, è chiamato allora a ritrovarsi. 

Quali sono le sfide? Un piano per le tecnologie avanzate, una strategia per rilanciare l'agricoltura, il Parco nazionale degli Iblei, una strategia complessiva per l’ambiente, un piano cultura e turismo con tutti i comuni del Sud est, infrastrutture con al centro i due aeroporti, il rilancio dei porti di Pozzallo, Augusta e Catania, ferrovie veloci, sharing bike e piste ciclabili, emergenza educativa, formazione e nuove competenze, qualità della vita e lotta alle povertà”. Il componente del comitato nazionale di Italia Viva, Salvo Liuzzo, aggiunge in proposito: “Sono certamente questi alcuni punti urgenti da mettere sul tavolo e da soli non si ottiene alcun risultato necessario. 


Come indicato ne "La Carta dei Territori", dobbiamo sentirci "un territorio d'Europa nel mondo" e saper vivere con orgoglio nell’ambito di questo ruolo prestigioso. Noi di Italia Viva ci stiamo battendo molto per non sprecare queste risorse che vediamo messe a rischio da certe scelte effettuate dal Governo Conte nel contesto del quale abbiamo fatto sentire la nostra voce”. “Chiederemo a ciascun rappresentante di Italia Viva di farsi promotore di questa visione e di coinvolgere le amministrazioni e le parti sociali di riferimento” concludono Buscema e Liuzzo all’unisono.

 

 

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