RAGUSANI NEL MONDO UN GRANDE EVENTO DEL TERRITORIO IBLEO

La XVI edizione del Premio Ragusani nel Mondo ha confermato una piena maturità organizzativa e la validità delle premesse  socio- culturali che la ispirano e ne costituiscono la ragion d’essere, ponendosi per dimensione e interesse fra i grandi eventi del territorio ibleo, sicuramente unico nel suo genere.

Ci siamo sempre posti come primario l’obiettivo di tradurre la valenza del premio in un momento di forte ed incisivo marketing del territorio, e vi è da credere che nei prossimi mesi notevole sarà l’impatto della manifestazione presso tutte le sedi e associazioni estere con le quali da tempo l’associazione ha intessuto una rete viva e vera di rapporti, anche attraverso i canali diplomatici.

Una rete che nel tempo ha sviluppato un sistema virtuoso  di relazioni sul piano sociale e culturale  con le comunità dei corregionali all’estero, e non di rado  anche su quello degli scambi commerciali.

Il Premio ha acquisito una crescente credibilità maturata sul campo, in tante edizioni, che hanno proposto all’attenzione dell’opinione pubblica iblea una carrellata di personaggi  eccezionali, veri, fieri della loro ragusanità, portatori di storie belle e positive, che per qualche giorno hanno riempito le cronache locali e regionali  con i loro profili di vita.

Una credibilità che ha portato le Istituzioni locali a dare il loro pieno appoggio all’evento, in simbiosi con una qualificata selezione di aziende private, che hanno creduto di investire in un evento percepito in termini di “qualità”.

Una credibilità consolidata anche grazie all’affetto e all’attenzione dimostrata coralmente dai media, attenti a cogliere l’impegno profuso dagli organizzatori per  regalare un evento che, come ha sottolineato il Vescovo Paolo Urso nel suo intervento conclusivo della lunga kermesse, si segnala in campo provinciale (ma non solo..) per la sua “ diversità ” rispetto ad altre  analoghe iniziative.

La forza del Premio è stata  quella di riunire ancora una volta il variegato mondo delle Istituzioni  civili, religiose e politiche. Molto bello e significativo il richiamo nel corso della serata al presidente della Camera di Commercio  Pippo Tumino, recentemente scomparso. Ci sono pochi eventi in Provincia che  vedono i Sindaci coralmente presenti, che sappiano suscitare  il piacere di esserci, di partecipare, di sentirsi protagonisti in rappresentanza delle rispettive comunità.

Basta solo questo a giustificare l’esistenza del Premio,e a sostenerne la continuità nel prossimo futuro.

Vale anche la pena di sottolineare che a determinare lo spessore e la grandezza dell’evento sono state professionalità iblee,  con un contributo  di genialità e entusiasmo, di passione e creatività .

La XVI Ed del Premio ha offerto  in tal senso corali indicazioni, con la splendida sensibilità musicale   del Maestro Giuseppe Arezzo e della sua band, la monumentale scenografia di Gianni Portelli, l’idea Grafica di Emanuele Cavarra e il suo esclusivo  catalogo sull’evento,la geniale capacità di raccontare i grandi del passato espressa come sempre dal regista Gianni Battaglia con la memory movie sulla beata Maria Schinina’ , le immagini del territorio tratte dall’immenso archivio del Centro Studi Helios di Ignazio Calogero,  ma va anche dato pieno merito  alla  passione dimostrata dalle varie maestranze e collaboratori che hanno ruotato attorno all’evento, persone che si sono distinte per la voglia di “ buttare il cuore oltre l’ostacolo “, con una citazione particolare per i vari GianLuca Tela, Giovanni Noto , Giuseppe Lizzio,e Marta La Terra.

Un discorso a parte lo meritano i conduttori della serata, Caterina Guerrieri e Salvo Falcone, che hanno dimostrato come non sia necessario ricorrere a professionalità celebrate del mondo dell’informazione televisiva per condurre con brio, stile, brillantezza uno spettacolo complesso e variegato come il Premio di quest’anno.

Un corale  gradimento per un grande evento , come lo si può ben definire secondo la comune percezione di quanti lo hanno ammirato in piazza o davanti gli schermi televisivi (molto belle le riprese coordinate da Paolo Santoro), e che è frutto del lavoro di un team  composto da persone “speciali“. E mai come quest’anno quanti vi hanno fatto parte sono stati interpreti di uno spirito di vera squadra.

In un tourbillon di racconti, interviste, video, intermezzi comici e musicali, presenze di star, ospiti, autorità e rappresentanti di aziende, alla fine il tempo, pur prolungato, è passato quasi inosservato, in una atmosfera di generale e collettivo gradimento.

Infine le storie, belle, varie, importanti, forse uniche nel suo genere per i temi di scottante attualità che hanno toccato, e che  hanno lanciato il  Premio verso un  livello medio mai raggiunto nel passato.

Parlare di cellule staminali utilizzate nella lotta alla sclerosi multipla (Stefano Pluchino), di problemi della finanza mondiale e dell’economia globale (Paolo Rizzo), di ‘ndrangheta e intercorrelazione fra le varie mafie (Antonio Nicaso), di grande cinema e Tv , di teatro impegnato,

(Andrea Tidona), da il  senso  di una manifestazione che fa spettacolo attraverso il racconto di storie umane, che invertono per qualche giorno l’ordine di interesse pubblico nei temi trattati dai media.

Infine la straordinaria scoperta di una consistente colonia iblea in Paraguay, a Ragusa rappresentata da una qualificata delegazione,  ha fatto vibrare le corde dell’emozione in tutti i presenti.

Il Premio ha raccontato anche importanti storie di attualità in capo ad artisti ragusani, vere bandiere di una ragusanità vincente. Luigi Fronte e Mario Scucces, affermati per il loro bel canto in campo nazionale ed internazionale nonostante la loro giovanissima età, hanno dato un tocco di leggerezza e simpatia alla serata, segnata anche dalla presenza di un ospite  illustre, lo scultore vittoriose Arturo Di Modica, l’autore del mitico Toro di Wall Street, che con le sue gesta fa e farà ancora  parlare il mondo intero di se  e della sua terra d’origine.

L’Omaggio a Maria Schinina’ ha rappresentato  un momento di altissima lirica poetica nel premio, e va ad arricchire i racconti sulle altre grandi figure del passato.

La ciliegina sulla torta è stata poi posta  dalla star internazionale Amy Stewart, che con il suo intramontabile canto ha regalato forti momenti di incantevole suggestione, mettendo la sua firma su un evento che, comunque lo si guardi, appartiene alla migliore tradizione culturale del territorio ibleo, e che, sorretto dalla continuità e dalla forza morale acquisita in tanti anni, è già storia, segnando una delle più belle pagine iblee dell’ultimo ventennio.

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