Ragusa l’Inferno nel ventre della terra. Debutto il 24 maggio nelle latomie sotterranee

La conferenza stampa dello spettacolo che, dopo lo straordinario successo delle Gole dell’Alcantara e di Noto, debutterà il 24 maggio a Ragusa, si è svolta nell’affascinante scenario delle Latomie delle Cave Gonfalone in cui sarà rappresentato il lavoro. 

“Generazioni intere non hanno mai visto la bellezza di questi luoghi che sono il cuore della città, non solo geograficamente ma perché fu da qui che, picconata dopo picconata, i ragusani ricavarono la pietra con cui, dopo il terremoto del 1693, nacque un centro storico oggi patrimonio Unesco”.

Con queste parole il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì ha aperto nella Cava Gonfalone la conferenza stampa per il lancio dell’Inferno di Dante che, con il patrocinio del Comune e il sostegno della Camera di Commercio della Sicilia orientale, debutterà venerdì 24 maggio proprio in quella stessa latomia.

“Con questo Inferno di Dante – ha aggiunto il Sindaco – l’Ecomuseo Carat aggiunge un ulteriore tassello al nostro impegno per ridare centralità alle Vallate. Non rappresenta infatti soltanto un importante evento teatrale: è l’occasione per ridare ai ragusani la possibilità di entrare letteralmente dentro la loro storia dopo circa ottant’anni”.

“Un Inferno nel ventre della terra – ha sottolineato Giovanni Anfuso, regista e autore della drammaturgia dello spettacolo – era quello che sognavo. Dopo lo straordinario successo nelle Gole dell’Alcantara e nell’ex chiesa di Santa Caterina a Noto, abbiamo cercato a lungo un luogo che potesse esaltare le caratteristiche di questa rappresentazione e l’abbiamo trovato in queste latomie, cuore di Ragusa”.

“Comincerò subito – ha aggiunto Anfuso – le prove per adattare lo spettacolo a questo luogo assolutamente inconsueto, bello da mozzare il fiato, pervaso da una luce affascinante. una magica terra di mezzo alla quale si accede da un giardino segreto in cui il silenzio è rotto soltanto dal cinguettio degli uccelli. Sarà una grande emozione ambientare qui le immortali vicende narrate dal padre Dante, utilizzare la potenza evocativa dei versi del sommo poeta per un nuovo grande evento. Culturale e popolare al tempo stesso”.

Presente alla conferenza stampa parte della compagnia, con qualche innesto rispetto alla rodatissima formazione che ha riscosso applausi a scena aperta a Noto e nelle Gole dell’Alcantara, dove Inferno ha fatto registrare in cinque week end sempre il tutto esaurito per un totale di dodicimila spettatori.

In quest’edizione gli attori saranno Liliana Randi (Narratrice), Corrado Drago (Turista e Caronte), Angelo D’Agosta (Dante), Ivan Giambirtone (Virgilio), Giovanna Mangiù (Francesca da Rimini e Messo dal Cielo), Luciano Fioretto (Ulisse) e Davide Sbrogiò (Conte Ugolino). Ci sarà poi un gruppo di artisti del fuoco guidato da Salvatore Scandura e undici danzatori (Diletta Capodicasa, Giulia Digrandi, Adriana Ferrera, Arianna Ferrera, Michael Giannì, Diego La Rosa, Sarah Licitra, Lorena Nastasi, Mariaelena Pellegrino, Chiara Pistritto, Alessandra Puntillo), tutti del territorio ibleo e aretuseo, selezionati attraverso un bando dalla produzione proprio a Ragusa grazie al Masd di Emanuela Curcio. I costumi sono di Riccardo Cappello, le musiche di Nello Toscano e le coreografie di Fia Di Stefano.

“Sono certo – ha concluso il sindaco Cassì – che ragusani e turisti non si lasceranno sfuggire l’opportunità di immergersi nella Divina Commedia e nella successione di queste enormi cavità sotterranee”.

I produttori di Buongiorno Sicilia hanno sottolineato come, non appena sulle testate web iblee e sui social media è apparsa la notizia che l’Inferno avrebbe debuttato a Ragusa, sono subito cominciate a fioccare le richieste di prenotazione, gestite da Boxoffice Sicilia, sia on line, sia attraverso il centralone allo (095.7225340). Ma ci si potrà anche recare nei punti vendita di Ragusa, Ispica, Pozzallo, Scicli e Vittoria. Per conoscere gli indirizzi dell’Ibleo e dell’Aretuseo, aprite la pagina del sito web http://www.ctbox.it/C2/Content.aspx/Punti_Vendita/ .

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