QUEL GIORNO NON CI SI POTEVA PERMETTERE

Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ucciso dai droni americani tra Pakistan e Afghanistan, è morto quattro volte. Quando è stato rapito, quando è stato dimenticato, quando è stato colpito, quando la notizia della sua uccisione è stata nascosta. Per quattro mesi, non per quarantotto ore, in attesa di verifiche. “(Beppe Severgnini- Corriere della Sera)

Possiamo aggiungere è morto 5 volte . La quinta è stata  quando “ad ascoltare l’informativa urgente del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni nell’Aula della Camera sulla sua morte ci sono meno di quaranta deputati: poco più del dieci per cento dell’Assemblea di Montecitorio. Eppure, quell’informativa, resa a meno di 24 ore dall’arrivo dalla tragica notizia resa nota dalla Casa Bianca, era stata reclamata da tutti i gruppi parlamentari alla Camera, costringendo la Farnesina a fare salti mortali per organizzare la comunicazione al Parlamento.

E invece stamani in Aula, oltre alla presidente Laura Boldrini, al ministro Gentiloni ed al sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova (vedere foto), erano meno di quaranta deputati, mentre affollate erano le tribune del pubblico, piene di studenti in visita ma anche di cittadini. Mentre parlava Gentiloni, per la precisione, i deputati erano 39: 16 del Pd, 3 di Pi, 7 rispettivamente di Fi e M5S, gli altri di Ncd e Sel.  Troppo pochi perfino per abbozzare il classico applauso unanime che solitamente si leva dall’Aula al termine di un minuto di silenzio osservato dall’Assemblea in omaggio di una vittima.

Colpa del venerdì. Non si vota e sono andati tutti via…”, dice un esponente del Pd.”  (Roberto Grazioli – La Repubblica)

Gli scranni vuoti, immortalati da foto e video, sono state duramente stigmatizzati dalla Presidente della Camera: “La scarsa partecipazione di deputati a sedute con informative chieste al governo denota mancanza di correttezza sul piano istituzionale e reca una grave lesione all’immagine della Camera.”, ha scritto Laura Boldrini in una lettera ai capigruppo di Montecitorio. 

 Come ci si poteva aspettare una presenza massiccia dei deputati in aula alla vigilia del 25 aprile che quest’anno, tra l’altro, è di sabato?

I nostri rappresentanti, democraticamente eletti,  non perdono occasione per deluderci.

Di fronte ad eventi gravissimi come la morte di migliaia persone  annegate nel Mediterraneo, la tratta degli schiavi dalle coste africane, che ormai, come è stato ampiamente dimostrato, serve a finanziare il terrorismo dei fondamentalisti  islamici e la malavita organizzata che lucra sull’accoglienza, sanno solo scambiarsi degli insulti come “sciacallo” o “becchino”.

Propongono soluzioni  impraticabili: solo qualche giorno fa, dopo la morte di poco meno di mille persone stivate in una barca, si parlava di droni per colpire le imbarcazioni degli scafisti nei porti di provenienza. Poi abbiamo saputo che solo gli Americani sono in grado di utilizzare i droni  e, subito dopo che, ovviamente, un drone può colpire anche degli innocenti, degli scudi umani, degli ostaggi come nel caso di Lo Porto  e Weinstein (la cui famiglia pagò un riscatto di 250mila dollari, probabilmente dopo che era già morto).

Non è la prima volta che qualcuno è vittima del “fuoco amico”. Non abbiamo dimenticato il caso di Nicola Calipari.

Gli Americani hanno commesso tanti errori di cui tutto il mondo paga le conseguenze.

Anche la gestione del caso Lo Porto e la tardiva comunicazione agli esponenti del Governo Italiano sono piuttosto discutibili, ma da decenni abbiamo l’impressione che, difronte ai problemi della sicurezza mondiale, ci lamentiamo se gli  USA non intervengono, ci lamentiamo se intervengono, e, diciamolo francamente, deleghiamo agli Stati Uniti il “lavoro sporco”, per  poterci riservare il diritto di criticare  con la nostra coscienza tranquilla di pacifisti e buonisti.

E che dire allora  dell’Unione Europea, dopo il flop dell’incontro di giovedì scorso?

Tutto sommato, nonostante la morte di migliaia di persone per mano di scafisti, a cui vengono restituite le barche (!) e, dopo brevi detenzioni, la libertà(!), è come se ci fosse stato detto dall’Europa che conta la frase che al giorno d’oggi ha tanta fortuna. “E’ un problema vostro!”

“Al massimo vi possiamo dare qualche nave e qualche milione di euro in più.”

E come si fa a fronteggiare  un milione di persone che sono pronte a lasciare l’Africa per l’Europa?

Per tornare all’eroe e martire Lo Porto è stato ammirevole il rifiuto del padre di accettare indennizzi. Il Presidente Obama deve capire  che non c’è nulla che possa indennizzare la perdita di una vita umana.

 

 

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