PROTEZIONE ANIMALI, L’ENPA SI DEFILA: “LE AUTORITA’ LOCALI NON COLLABORANO”

Il problema randagismo a Ragusa è noto. Dopo i fatti di cronaca che negli ultimi anni hanno investito il territorio, sembra che l’attenzione delle istituzioni sia un attimino in calo. E’ quanto emerge dalla nota di Antonio Tringali, presidente della sezione Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) di Ragusa.

Tringali lamenta lo scarso appoggio delle istituzioni in materia di attività di tutela e prevenzione dei reati contro gli animali: “Nell’ottobre scorso la Protezione Animali di Ragusa ha stipulato con il Sindaco di Scicli una convenzione per monitorare lo stato di tutela degli animali nelle campagna, ma senza il concreto e positivo supporto delle autorità locali – ha spiegato Tringali – i volontari dell’Enpa potrebbero non essere in più grado di rispettare i termini dell’accordo”. Il servizio fondamentale dell’Enpa vive così giorni difficili, ma l’emergenza non conosce sosta: “Non più tardi di ieri – spiega ancora Tringali – è stato trovato il corpo senza vita di un cane che si sospetta essere stato impiegato per i combattimenti clandestini.

Ma alle sollecitazioni del Sindaco, che ci chiede di intervenire per reprimete situazioni di questo dovrò rispondere che l’isolamento in cui ci hanno costretto le autorità locali non ci consente di svolgere fino in fondo i nostri compiti istituzionali”.

Alcuni casi avvenuti in ambito nazionale, come l’aggressione e l’uccisione di guardie zoofile durante le prestazioni lavorative, preoccupano non poco il presidente Enpa della sezione di Ragusa: “Oltre all’ordinaria amministrazione, le nostre Guardie Zoofile si trovano a gestire situazioni estremamente delicate, in cui sono spesso implicati personaggi della malavita; è il caso, ad esempio, del giro delle corse clandestine, dei combattimenti tra cani o delle scommesse illegali. Il mio timore è che, senza il supporto delle autorità locali, quanto accaduto da altre parti (come nel caso di Genova e Alessandria, ndr) potrebbe ripetersi anche a Ragusa”. (Paolo Mandarà)

 

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