PRIMA TAPPA ATTRAVERSO LA VITICOLTURA LIGURE

La volta scorsa sono state trattate, in termini generici, le origini storiche della viticoltura ligure, la conformazione orografica della regione e la difficoltà che essa comporta alla produzione di vino. Adesso si tratteranno nello specifico le varie denominazioni liguri.

Osservando la Liguria da La Spezia e volgendosi verso Ovest, la prima DOC in cui ci s’imbatte è Colli di Luni. Da qui inizia il viaggio alla scoperta della viticoltura ligure.

La zona della DOC Colli di Luni comprende i comuni di Ameglia, Beverino, Bolano, Calice Cornoviglio, Castelnuovo Magra, Follo, La Spezia, Lerici, Ortonovo, Riccò del Golfo, Santo Stefano di Magra, Sarzana e Vezzano Ligure, in provincia di La Spezia, più i comuni di Aulla, Fosdinovo e Podenzana in provincia di Massa Carrara.

Questa è al classica denominazione di confine, ossia la presenza di alcuni fattori, in genere i vitigni, che accomunano una determinata zona con quella confinante. In questo caso la denominazione confina con la Toscana, con la quale presenta una serie di vitigni in comune. I vini rossi sono prodotti da sangiovese, canaiolo e ciliegiolo, mentre i vini bianchi da vermentino e trebbiano toscano. Oggi, più che in passato, i punti in comune non si limitano più ai soli vitigni, ma inglobano anche il tipo di lavorazione dei vini bianchi.

Lo stretto contatto con la Toscana ha, in qualche modo, impedito lo svilupparsi del nome di questa denominazione. Il fatto che nella regione confinante si potessero produrre maggiori quantitativi di vino utilizzando gli stessi uvaggi, è stato uno dei motivi per cui i vini prodotti in questa zona della Liguria hanno faticato a farsi conoscere. A questo, però, va aggiunta la difficoltà di coltivare e produrre vino a causa del rilievo orografico che caratterizza la regione e che limita notevolmente i numeri della produzione. Nonostante tutto, sono in molti a sostenere che siano queste le terre più indicate per la produzione del vermentino. Sicuramente è il vitigno che dà i risultati più interessanti di questa DOC e da cui si producono alcune delle bottiglie più interessanti della Liguria.

Un grande estimatore del vermentino qui coltivato era Mario Soldati. Questo vitigno, etichettato come Colli di Luni Vermentino, riesce a sviluppare con una maturazione in vigna un po’ più prolungata una serie di profumi molto intensi e caratteristici. Timo, basilico e certe volte la salvia, sono i riconoscimenti olfattivi tipici del vermentino spezzino. Con una maturazione più prolungata, il vino riesce a ottenere un buon corpo, una acidità mai eccessiva, ma soprattutto una buona dose di sapidità.

Il Colli di Luni Bianco è un vino di tutt’altro genere. Si tratta di un vino prodotto da uvaggio vario, mentre il Colli di Luni Vermentino, con minimo 90% di vermentino, è in pratica un monovitigno. La presenza nel Colli di Luni Bianco del trebbiano toscano e della malvasia, unita al corpo decisamente esile e molte lavorazioni approssimative, lo rendono in molti casi un vino mediocre, spesso indistinguibile da quelli prodotti nella vicina Toscana. Il fatto è che questi vini sono effettivamente dei prodotti semplici, molto leggeri e da consumare molto giovani. Ciò non vuol dire che un vino leggero debba essere per forza un prodotto mediocre. Nonostante esistano ancora alcune lavorazioni di tipo familiare, che offrono un prodotto sì semplice, ma decisamente diverso dal prodotto di massa, è praticamente impossibile reperirli se non direttamente dai produttori. Tranne queste rare eccezioni, i vini Colli di Luni Bianco sono dei prodotti molto anonimi e non promettono in un immediato futuro un cambiamento di rotta.

Per quanto riguarda i rossi prodotti in questa denominazione, essi sono di numero molto limitato e difficilmente reperibili. A differenza di quanto ci si aspetterebbe, essi hanno buone doti di struttura e ciò permette loro di maturare anche oltre i cinque anni dall’annata. 

 

 

La possibilità, però, di inserire cabernet nell’uvaggio, dà una nota vegetale che in certi casi disturba il contorno olfattivo del vino. Proprio per questo molti produttori ricorrono al merlot piuttosto che al cabernet.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it