PICCITTO, ZANOTTO E UN’EMERGENZA RIFIUTI MAI VISTA PRIMA IN CITTA’

Siamo, non solo preoccupati, ma estremamente allarmati sulla “questione rifiuti” che riguarda la nostra città. Stigmatizziamo fortemente l’operato dell’Amministrazione Piccitto: incapacità, arroganza e incoscienza ci hanno condotto al caos. A fronte di un aumento della Tari di circa 7 milioni di euro, ad oggi ci ritroviamo con una differenziata che si aggira sempre al 20% circa e, a fine mese, con la discarica che dovrebbe chiudere anche se ci giungono voci di una volontà di prorogare, non si sa come, questa chiusura. Gravissime le responsabilità dell’Amministrazione che ci ha condotto a questo punto, avendo anche eliminato dal programma triennale delle OO.PP, il progetto della quarta discarica e di non aver provveduto neanche all’ampliamento dell’attuale. Gravissimo perché, già nel 2013, la situazione era nota e l’assessore Zanotto, che di esperto non ha nulla se non le chiacchiere, in una risposta ad una nostra interrogazione, ci aveva detto che già a novembre 2015 avremmo avuto l’affidamento del servizio alla nuova ditta con una differenziata al 65%. Figurarsi, la gara non è stata neanche bandita, la discarica l’hanno eliminata e nessun’altra soluzione è stata individuata. Eppure lo diciamo da 2 anni in consiglio comunale e in ogni dove, mai una risposta, solo superbia. La conseguenza sarà portare i rifiuti fuori (dove non ci è dato di sapere, vista l’emergenza discariche in Sicilia) con un ulteriore aggravio di costi per i ragusani. È la prima volta che Ragusa si trova in queste condizioni, frutto di scelte azzardate e scellerate, senza alcuna programmazione né priorità di azioni. Esprimiamo solidarietà ai 12 lavoratori che perderanno il lavoro e per i quali l’Amministrazione ha il dovere di trovare una soluzione e proviamo tanta, tanta amarezza e rabbia, per i nostri concittadini costretti a strapagare un servizio che non esiste. Questa Amministrazione è ormai una nave senza timone, naviga a vista costringendo i ragusani a remare controcorrente per non annegare. Neanche un gesto di orgoglio dinanzi all’evidenza.

 

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