PER LA TASSA SUI RIFIUTI PAGHIAMO IN…NATURA ?

Destano stupore le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente circa il credito vantato dal Comune di Ragusa nei confronti della ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti a Ragusa. Secondo l’assessore l’obiettivo di RD da raggiungere dopo due anni dall’inizio del servizio, al 31/3/2010,  sarebbe stato del 17,50% e non come scritto nel capitolato e come tutti i ragusani hanno interpretato del 35%.

Che l’assessore cada in un errore , piuttosto grave , è dimostrato dal fatto che la normativa in essere al momento del bando di gara del 2007 prevedeva obiettivi obbligatori ben al di sopra del 17,5%. Già il D.Lgs 152/2006 prevedeva che si raggiungesse una RD del 40% nel 2007, del 45% nel 2008 e del 50% nel 2009.

Obiettivi simili erano stabiliti anche dalla L.R. n.2 dell’8 febbraio 2007 che fissava una RD del 20% nel 2007, del 30% nel 2008 e del 50% nel 2009. Tale situazione era a conoscenza del Comune di Ragusa anche attraverso una lettera dell’Agenzia Regionale per i Rifiuti del maggio 2007 che spiegava come il raggiungimento delle percentuali minime di RD fosse un obbligo che scaturiva dalla normativa. Considerato il rispetto che ha il comune di Ragusa delle norme vigenti, è assolutamente da escludere che il dirigente del settore ambiente abbia potuto assegnare al gestore della raccolta dei rifiuti un obiettivo di RD  per il 2009 e 2010 addirittura inferiore a quello previsto per il 2007 dalla normativa nazionale e regionale. Per cui l’obiettivo di RD da raggiungere al 31/3/2009 era del 25% e al 31/3/2010 del 35% con la conseguenza che le multe che nel tempo si sono accumulate sono diventate milionarie.

Nel frattempo il credito che il Comune vanta nei confronti della ditta lievita. Infatti l’obiettivo di RD dal 1° maggio al 30 settembre 2011 fissato al 28% non è stato raggiunto, per il comune perché d’estate tutti ragusani si trasferiscono a Marina, così come si avvia a non essere raggiunto l’obiettivo di RD, sempre del 28%, degli ultimi tre mesi dell’anno corrente.

Desta altrettanto stupore il fatto che le dichiarate piccole multe fatte pagare alla ditta non siano, come per qualunque cittadino, in denaro ma in servizi che nessuno ha visto e di cui è impossibile stabilire il reale valore. Maggiore trasparenza esigerebbe la pubblicazione sul sito del Comune degli atti che riguardano l’erogazione di tali servizi e il loro valore. Sarebbe stato invece molto più utile riscuotere le multe in denaro in modo da ridurre l’aumento del 10% della Tarsu imposto a tutti i cittadini. Se passa la logica del baratto  da domani ogni cittadini potrebbe pagare le multe per divieto di sosta in formaggi  oppure in pomodori insomma in base a ciò che si produce.

E’ ora di finirla di arrampicarsi sugli specchi e fornire un servizio di raccolta dei rifiuti degno di una città civile.

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