Parla Biagio Catalano, il pastore che ha acquistato la casa all’asta a Comiso

Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa inviata dal pastore Biagio Catalano:

 

“Con riferimento alla notizia apparsa sugli organi di stampa, testate giornalistiche e tv locali, io sottoscritto Biagio Catalano, pastore della chiesa Parola della Grazia di Comiso, mi sento in dovere, anche al fine di tutelare la comunità da me rappresentata e i componenti tutti, di chiarire i fatti così come accaduti:
Premesso che la chiesa e il centro di socializzazione da me rappresentati hanno svolto e continuano a svolgere attività volte ad aiutare le persone in difficoltà tramite banco alimentare, vestiario, centro ascolto, ecc… e che questa vicenda non deve in alcun modo far dimenticare o sminuire l’ottimo lavoro sociale che tutt’ora viene realizzato,
Come è stato ribadito dagli organi di stampa, la procedura di aggiudicazione dell’immobile si è svolta nella piena legalità.

Smentisco invece la notizia secondo cui ero a conoscenza del nome del proprietario dell’immobile prima che avvenisse l’aggiudicazione, anche perché la prassi non lo permette.
Sono stato contattato dalla famiglia in questione pochi giorni dopo l’aggiudicazione e solo allora ho preso atto che si trattava di una famiglia che conoscevo e che da sempre la mia comunità ha aiutato.
Chiarisco che ad oggi non sono in possesso del decreto di trasferimento e quindi non posso disporre giuridicamente dell’immobile; allo stato attuale posso solo ritenermi disponibile a continuare a porgere il mio aiuto a questa famiglia come ho sempre fatto, ovviamente non travalicando i limiti della legalità.

Ribadisco inoltre che il mio silenzio agli appelli che gli interessati hanno posto anche mediante l’utilizzo degli organi di stampa, delle testate giornalistiche, delle tv locali e dei canali social, non è da intendersi come una chiusura o un accanimento ma è volto solo a un rispetto della legge, in quanto ogni richiesta da parte della famiglia in questione, pubblicata attraverso i mezzi sopra citati, con il procedimento in corso potrebbe anche configurare gli estremi del reato di turbativa d’asta, come sancito dal codice penale art. 353 e dalla sentenza n. 28.388 del 2017 Cassazione Penale, pertanto preferisco muovermi con molta cautela.

In qualità anche del ruolo che rivesto mi sento di lanciare un appello a tutela di tutte le parti coinvolte, di abbassare i riflettori, evitando finti buonismi e inutili insulti, in quanto ciò contribuirebbe solo ad impedire di trovare una soluzione legalmente possibile, alla quale si vuole arrivare”.

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