Chiaramonte e la sfiducia al Sindaco: pane duro e coltello che non taglia

Sono ancora lì, in aula consiliare, le opposizioni di Chiaramonte: hanno deciso di occupare l’aula fino a quando non avranno una risposta da parte della Regione. E questo perché ieri sera, com’è noto, nell’ormai famoso consiglio comunale in cui era stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti dell’attuale sindaco, Sebastiano Gurrieri, nonostante 8 firmatari, pari a 2/3 del consiglio, la segretaria comunale, dottoressa Salvina Cirnigliaro, dopo la richiesta di un parere legale da parte del presidente del consiglio comunale, Alessia Puglisi, ha dichiarato nullo il quorum.

Questo in virtù di una normativa che, a parere delle opposizioni, e in realtà anche della giurisprudenza corrente, per quanto abbiamo avuto modo di appurare, ormai superata. La segretaria comunale fa riferimento a una circolare a supporto della normativa del 2012 in cui in effetti era necessario per i comuni al di sotto dei 10 mila abitanti, i 4/5 dei consiglieri. Nel caso di Chiaramonte, 10 voti. In realtà, la legge regionale 17/2016 recita all’articolo 4 comma 1 …”il Sindaco e la rispettiva Giunta cessano dalla carica in caso di approvazione di una mozione di sfiducia votata per appello nominale del 60% dei consiglieri comunali o, nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, dei 2/3 dei consiglieri assegnati, con arrotondamento all’unità superiore.”…


Ciò significa che una legge più recente, quella regionale del 2016, almeno così di solito accade, soppianta la normativa precedente. La segretaria, però, nella sua decisione di annullare il quorum della mozione, ha fatto propria una circolare più vecchia, che in teoria ormai dovrebbe essere superata, ovvero quella del 2012. Sta di fatto che questa situazione crea certamente imbarazzo, in primis, istituzionale: vorremmo capire, anche noi, se la segretaria ha a supporto qualche caso giurisprudenziale, qualche precedente, di cui noi non siamo a conoscenza. Abbiamo provato a rintracciarla telefonicamente in ufficio, ma purtroppo al numero non risponde nessuno. Ma, come sempre, siamo a disposizione qualora volesse contattarci per darci, magari, delle delucidazioni in merito.


Il sindaco Gurrieri, sentito al telefono, ha un atteggiamento piuttosto distaccato: “Non mi addentro ai tecnicismi. Io sono sereno in questo. Saranno gli organi superiori a determinarne la correttezza o meno”. Inoltre, oltre a specificare che in questo momento è interessato ad occuparsi dell’emergenza pandemica, precisa che ieri sera, in consiglio, non ha detto che è sua intenzione candidarsi, come in effetti avevamo scritto in un precedente articolo, ma che vuole “individuare un contenitore politico, anche provinciale, per difendere la città”.


E le opposizioni? Gridano vendetta. Ma gridare vendetta sui social non basta. Cutello, raggiunto telefonicamente, ha chiarato: “Faremo una segnalazione all’agenzia nazionale dei segretari comunali, un esposto in Prefettura e abbiamo scritto all’assessorato agli Enti Locali, di cui vogliamo una risposta. Non lasceremo passare questa cosa sotto silenzio. Sono dei ladri di democrazia. Faremo un esposto alla procura della repubblica per abuso d’atti d’ufficio nei confronti della segretaria comunale. In estrema ratio, ricorreremo al Tar”.


Già, il Tar. Al momento, ci sentiamo di poter dire che l’unico che può risolvere la questione è un giudice terzo. Se le opposizioni credono nella loro posizione sia politica che amministrativa, è questa l’unica soluzione che ci sembra praticabile. Certo, i tempi sono stretti: a sei mesi dalle elezioni, è difficile che il tar possa pronunciarsi, anche se in realtà potrebbe dare una sospensiva già a distanza di un mese e mezzo.


Anche Gaetano Iacono, il quale in consiglio conta due consiglieri che fanno riferimento alla sua area politica, dichiara: “Si tratta di una situazione assurda: al di là del merito e delle ragioni della mozione dentro le aule delle istituzioni va applicata, correttamente, la legge. Per queste ragioni con il mio gruppo politico mi sono rivolto alla Prefettura e all’assessorato Autonomie Locali per chiedere una ispezione nel Comune di Chiaramonte. Il consiglio comunale ieri si è espresso chiaramente: il sindaco è stato sfiduciato e lo diffidiamo dal compiere qualsiasi ulteriore atto amministrativo. Il primo cittadino non può pensare di continuare ad amministrare a fronte di un pronunciamento chiaro del civico consesso”, aggiunge il candidato a sindaco.

C’è una valutazione politica, però, da fare al di là di tutto: era opportuna la mozione di sfiducia? In questo senso, anche noi avevamo già espresso delle riserve sulla faccenda, visti i pochi mesi che mancano alla fine naturale del mandato di Gurrieri. Una mozione tardiva e poco significativa a 6 mesi dalle elezioni. Che significato poteva avere un commissariamento, in questo preciso momento?

Ma è anche vero che Gurrieri e la sua giunta dovrebbero prendere atto che 8 consiglieri comunali, di cui 5 eletti con lui in maggioranza e poi passati alle opposizioni, lo hanno sfiduciato. E questo è un dato politico incontrovertibile. E poi, francamente, superare una mozione di sfiducia con il sospetto che possa esserci stata quantomeno un’interpretazione discutibile di una legge vecchia, lascia un po’ il tempo che trova.


A questo punto, dirimere la questione per noi è impossibile, anche se la legge ci sembra chiara. Riteniamo che chiunque ne abbia diritto debba, ognuno per il proprio ruolo, se crede fermamente nelle proprie posizioni, rivolgersi a tutti gli organi competenti. Se c’è stata una forzatura, che questa venga certificata da un ente terzo. E che si dia di nuovo dignità alle istituzioni. Gridare sui social, fare qualche video, parlare di attentati alla democrazia, per quanto legittimo, senza operazioni concrete, diventa inutile.

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