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PADUA RUGBY INCOLORE
26 Mag 2013 16:40
Quando si perde per 27 a 13 pur giocando per 43 minuti in superiorità numerica, non ci si può nascondere dietro un dito: qualcosa non ha funzionato. E se su una quarantina di lanci in touche se ne vincono solo quattro, non si può certo sperare di portare a casa il successo.
Quando poi, pur giocando per 43 minuti con l’uomo in più, non si riesce a segnare una sola meta e, anzi, se ne subiscono tre, allora vuol dire che la squadra in campo non c’è proprio stata e che il risultato finale può anche essere considerato un mezzo successo.
È quello che è accaduto oggi, al Latini di Jesi, tra il XV di casa e il Padua Rugby Ragusa, con i ragusani che tornano a casa sconfitti e che per ribaltare il risultato, domenica al Selvaggio, saranno chiamati all’impresa.
Eppure, dopo i primi cinque minuti durante i quali gli iblei avevano subito la forza dei biancoverdi marchigiani e preso una meta, con Marco Piccinini al 4°, la partita si era messa abbastanza bene per i biancazzurri che a più riprese avevano messo in difficoltà i padroni di casa con un ficcante gioco alla mano, nonostante un campo reso pesante dall’abbondante pioggia caduta in settimana su Jesi.
Al 12° Peppe Iacono aveva anche accorciato con un calcio di punizione concesso dal signor Stefano Marrana di Padova per un placcaggio non rilasciato. Senza pecche la prestazione del fischietto veneto, a parte il fatto che ogni tanto dimenticava di applicare la regola che vieta, in serie C, alla mischia di spingere per più di un metro e mezzo, dimenticanza che più volte ha avvantaggiato la squadra di casa.
Fin dalla prima touche, però, si era visto che la rimessa in gioco iblea, orfana di Giuseppe Di Mauro rimasto a Ragusa perché febbricitante, era in difficoltà contro i lunghi jesini e che i lanci di Antonio Modica, schierato nel ruolo di tallonatore, spesso erano fuori misura.
E proprio da una touche, al 18°, arriva la seconda meta biancoverde, segnata da Danilo Sabatini. 12 a 3.
Il Padua, però, non si demoralizza e riprende a macinare gioco, nonostante i pochi palloni giocabili di cui dispone e, al 28°, i ragusani violano la meta marchigiana con un carrettino guidato da Cristian Iacono. Il fratello Peppe sbaglia la successiva trasformazione. 12 a 8.
Al 37° arriva l’episodio che, nei fatti, cambia il corso della gara: Daniele Piergirolami, sotto gli occhi dell’arbitro, sferra un pugno a un giocatore ibleo e viene mandato anzitempo negli spogliatoi. Tutti si aspettano che i ragusani prendano stabilmente in mano le redini del gioco e invece il rosso, paradossalmente, galvanizza i giocatori di casa che salgono in cattedra.
Il Padua non riesce più ad imbastire una sola azione degna di nota, invece di sfruttare l’uomo in più giocando al largo si intestardisce nel giocare con i propri centri, e gli jesini iniziano a fare il bello e il cattivo tempo.
Inoltre, più passano i minuti e più la fatica di una trasferta lunga come quella sostenuta per raggiungere Jesi si fa sentire nelle gambe degli iblei.
Così, allo scadere del primo tempo, è ancora Piccinini a marcare una meta. 17 a 8 e squadre al riposo.
Alla ripresa del gioco, tra il 44° e il 47°, Max Vinti prova a dare più sprint alla propria squadra facendo uscire Eugenio Lo Presti e Giuseppe Modica e mettendo dentro Andrea Battaglia e Damiano Ortolano. La sostanza, però, non cambia. Anzi, al 52° è ancora Piccinini a violare la meta iblea. 22 a 8
Nei successivi venti minuti non accade proprio nulla: i marchigiani non premono, i siciliani non riescono a prendere in mano il gioco, e si assiste così a un continuo ping pong di calci e azioni abortite sul nascere.
Segnaliamo solo l’ingresso in campo di Giorgio Nobile e Stefano Tumino per Gabriele Calamaro e Lorenzo Castello, al 54°, e di Stefano Distefano per Paolo Bellio, al 70°.
Al 73° una mischia rubata dai giocatori di casa permette a Giacomo Ramazzotti di segnare la quinta meta jesina. 27 a 8.
Il risultato, in vista della partita di ritorno, inizia ad essere pesante e allora i paduini, con le residue forze, provano ad accorciare ma, nonostante tutti gli sforzi, non riescono a concretizzare le poche palle a disposizione.
Ci pensano allora i giocatori di casa a dare una mano ai propri avversari. Giordano Bartolucci, entrato da poco, commette una serie di falli in ruck e il signor Marrana lo spedisce dietro la lavagna dei cattivi per 10 minuti.
Siamo al 79° e, con la doppia superiorità numerica, finalmente, i ragusani riescono a superare il muro biancoverde con Stefano Iacono. Peppe sbaglia la trasformazione. Sul 27 a 13 l’arbitro fischia la fine delle ostilità.
Tra otto giorni si giocheà il ritorno e il Padua, per fare suo il doppio incontro ed essere così promosso in serie B, dovrà battere Lo Jesi con almeno 15 punti di scarto, segnando almeno 4 mete ed evitando, al contempo, di subirne più di tre.
Il risultato non impossibile da raggiungere ma per farlo, però, i ragusani dovranno giocare l’incontro perfetto. Dopo tre sconfitte consecutive, avranno voglia di arrivare a quattro?
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