PADUA: FERRAGOSTO DA DIMENTICARE ED EMERGENZA EDUCATIVA

“L’emergenza educativa irrompe con forza anche nella nostra piccola comunità. Basta guardare, per averne un’idea, le foto dello scempio consumato la notte di Ferragosto sulle principali coste del nostro litorale. Non voglio fare predicozzi, non è mio costume. Ma una riflessione, quella sì. Dobbiamo porci il problema di che cosa sta accadendo e di come possiamo intervenire per evitare conseguenze ancora più dolorose”.

La consigliera provinciale del Pd, Venera Padua, afferma che sottoporrà la questione, alla riapertura dell’attività a palazzo di viale del Fante, alla commissione competente affinchè si possano esaminare eventuali interventi da porre in essere.

“C’è un filo rosso che lega queste situazioni di disagio – aggiunge Padua – e che, in qualche modo, sono connesse all’incipiente povertà che interessa da vicino un numero sempre maggiore di famiglie. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. I nostri giovani, i giovani della nostra provincia, trovano nell’alcol un modo per evadere dalle incertezze del quotidiano, un modo per somigliare agli altri. Con tutte le conseguenze che ciò comporta, compresi i molti guidatori che, nei fine settimana, scorrazzano sulle strade iblee con un tasso alcolico molto superiore alla media. E il ruolo educativo della famiglia? Sembra in evidente difficoltà e se a ciò aggiungiamo la sempre più scarsa presenza degli enti locali a causa dei ben noti tagli si capisce come davvero le preoccupazioni per la crescita serena dei nostri giovani risultino essere ancora maggiori. Anche la faccenda delle aperture domenicali, rispetto alla quale ho già espresso la mia contrarietà, meriterebbe, forse, di essere affrontata sotto altre prospettive.

La domenica dedicata allo shopping, oltre ad essere motivo di distrazione non proprio confacente al ruolo educativo della famiglia, presuppone il fatto che debba esserci rispetto e attenzione per chi lavora, o è costretto a farlo, anche nelle giornate di festa. Chi lavora, quindi, è impossibilitato a rimanere con la propria famiglia. Ecco, sono tutti spunti su cui sarebbe opportuno avviare un esame più ampio e concertato, offrendo modelli educativi e familiari differenti da quell’atteggiamento consumistico che sembra essere il sistema prevalente. Cerco di non fare sociologia a buon mercato ma, da mamma, mi chiedo soltanto quale futuro attende i nostri giovani”.

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