È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
OPERAZIONE “NINA”
07 Giu 2013 08:55
Alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Vittoria hanno dato esecuzione all’ Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale di Ragusa Dott. Claudio Maggioni, su richiesta del Sost. Proc. della Repubblica D.ssa Serena Menicucci, che ha diretto le indagini a carico di:
– BALESTRINO Elena (alias “Sabrina”), cagliaritana di nascita di anni 58, ma residente a Vittoria, nubile, disoccupata, pregiudicata per reati specifici,
– GIANNI’ Emanuele (alias “Lillo”), comisano di anni 67, pensionato, domiciliato a Vittoria, incensurato,
– NOTO Rossella, (alias “Gorilla”), vittoriese di anni 27, disoccupata, pregiudicata;
– TROVATO Maurizio, vittoriese di anni 52, operatore agricolo, pregiudicato;
poiché ritenuti responsabili in concorso tra di loro e a vario titolo dei reati previsti e puniti dalla c.d. “Legge Merlin”, in quanto con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso favorivano e sfruttavano la prostituzione di cinque donne di nazionalità straniera dal novembre 2012 ad oggi. Contestualmente, i militari del Nucleo Operativo di Vittoria hanno dato esecuzione ad un sequestro preventivo emesso dal medesimo GIP nei confronti della villa di proprietà della Balestrino, luogo dell’attività di meretricio.
Nelle specifico, dalle risultanze investigative acquisite dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vittoria, anche mediante utilizzo di attività tecnica, veniva appurato che il ruolo principale era ricoperto dalla BALESTRINO Elena (alias “Sabrina”), la quale, in qualità di proprietaria dell’immobile sito in una contrada di Vittoria, ove le prostitute esercitavano la prostituzione, controllava e dirigeva l’attività di prostituzione di oltre 5 ragazze sudamericane, gestendo i turni di lavoro settimanali delle prostitute, impartendo direttive ai complici sul tipo di assistenza da fornire loro di volta in volta, controllando il numero di clienti e gli incassi conseguiti dalle stesse, facendosi consegnare parte di questi. La BALESTRINO, recidiva in materia di prostituzione per essere stata condannata più volte, di cui l’ultima sempre a seguito di un’attività svolta dal Nucleo Operativo della Compagnia di Vittoria che aveva portato al suo arresto in custodia cautelare nel luglio del 2007 per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione ed esercizio di una casa di prostituzione tra i Comuni di Acate e Vittoria, si avvaleva della collaborazione a vario titolo dei restanti 3 arrestati e nello specifico:
– il TROVATO (alias “Maurizio), “cassiere” della Balestrino, prestava ogni tipo di assistenza alle prostitute, procurando loro provviste alimentari, ricariche telefoniche, ed altre utilità, effettuando lavori di manutenzione presso il predetto immobile, controllando il numero di clienti e gli incassi conseguiti dalla prostitute, facendosi consegnare i proventi da quest’ultime. E’ proprio lui che informa la Balestrino, anche durante la sua assenza nel periodo natalizio, dell’andamento degli affari, lamentandosi con questa della “crisi” anche nel loro settore ed annotando addirittura le cifre incassate su un taccuino.
– il GIANNI’ (alias “Lillo”), abitando di fronte alla casa di appuntamenti, svolgeva il ruolo del “basista”, prestando totale ed immediata assistenza alle prostitute, informando la Balestrino di eventuali problematiche verificatesi nell’immobile, diventando il vero punto di riferimento quotidiana delle prostitute che lo contattavano all’occorrenza. Inoltre, nel corso delle indagini veniva accertato che il Giannì, quale uomo di fiducia della Balestrino, si recava con la propria autovettura presso la stazione degli autobus di Comiso per prelevare le donne provenienti da Catania e condurle presso la casa d’appuntamenti;
– la NOTO (alias “Gorilla”), il vero “controllore” per conto della Balestrino; infatti oltre a fornire assistenza a vario titolo alle prostitute, ha l’importante compito di controllare, dietro corresponsione di apposito compenso, il numero di clienti e gli incassi conseguiti dalle prostitute, accompagnando all’occorrenza le prostitute sul luogo di lavoro. Infatti, con la scusa di “fare compagnia alle donne”, la NOTO svolge invece un ruolo fondamentale al fine di evitare condotte truffaldine da parte delle prostitute, tanto che le donne si accorgono presto della pressione esercitata da quest’ultima. La NOTO infine risulta anche intestataria di diverse schede prepagate utilizzate dagli indagati per versare i proventi illeciti.
Tra le donne costrette a prostituirsi erano presenti anche una madre di 58 anni (detta Ynes) e la figlia di 28 anni (detta Nina). E’ proprio da quest’ultima, la più giovane delle prostitute, che prende il nome dell’operazione, la quale nel corso delle indagini viene spesso maltrattata dalla Balestrino a causa del suo scarso rendimento, sospettando addirittura che unitamente alla madre tentassero di eludere gli accordi circa la suddivisione dei compensi. Le altre prostitute erano chiamate Leon, Leito, Giovanna e Carolina. Secondo quanto accertato, le donne non si allontanavano mai dalla casa di appuntamenti, venendo pedissequamente controllate dagli uomini della Balestrino ed essendo costrette a consegnare i proventi della loro attività a quest’ultimi. Le stesse venivano anche addestrate dalla Balestrino, direttamente o tramite i suoi complici, a come comportarsi nel caso di controlli da parte delle forze dell’ordine e su come aumentare gli incassi.
Il risultato di questo disegno criminoso era una casa di appuntamenti, il cui punto di forza era rappresentato da una ciclica rotazione settimanale delle prostitute in modo da garantire il ricambio dell’offerta per la clientela maschile, nonché dall’isolamento rispetto al centro cittadino con facilità anche di trovare parcheggio all’interno del piazzale antistante la villa. L’attività così impostata poteva contare su un volume d’affari quantificato dagli investigatori attorno ai 20.000 euro mensili a donna, con prestazioni che variavano da 300 a 600 euro cadauna, della durata da 10 minuti ad oltre un’ora. Gli annunci per pubblicizzare l’attività di prostituzione venivano divulgati tramite l’utilizzo dei quotidiani locali nonché a mezzo di specifici siti internet. Un vorticoso giro di affari fondato sull’utilizzo di carte prepagate appositamente adoperate per aggirare la giustizia e far sparire così i soldi; in particolare la Balestrino, dimostrando piena conoscenza di un orientamento della Corte Cassazione in materia di prostituzione, sensibilizza i suoi complici a sfruttare questi nuovi sistemi per far sparire rapidamente il denaro contante ricavato con l’attività illecita.
L’operazione “Nina”, in cui sono stati impiegati oltre 30 militari del Comando Provinciale di Ragusa con l’ausilio del 12° Nucleo Elicotteri di Catania e del Nucleo Cinofili di Nicolosi, ha interessato anche i territori dei comuni di Comiso, Catania Piazza Dante e Ognina, Paternò e Napoli Stella, ove, con il supporto delle Compagnie Carabinieri competenti per territorio, sono state eseguite, contestualmente agli arresti sul versante ipparino, numerose perquisizioni domiciliari presso le abitazioni di soggetti a vario titolo informati sui fatti, tese alla ricerca di materiale utili alle indagini.
Al termine delle formalità di rito, la Balestrino Elena è stata associata presso la Sezione femminile della Casa Circondariale di Catania Bicocca, mentre il Giannì, il Trovato e la Noto sono stati tradotti e sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.
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