Omicidio Caruana: killer fuori prigione per una festa, polemica a Malta

Bufera a Malta dopo la notizia che l’uomo condannato a 40 anni di carcere per aver ucciso la giornalista d’inchiesta Daphne Caruana Galizia ha avuto il permesso di uscire di prigione per una festa di famiglia, a cui ha partecipato “almeno una persona sospettata di essere coinvolta nel crimine organizzato”. A George Degiorgio, secondo quanto riporta il Times of Malta, e’ stato concesso di uscire dal carcere venerdi’ sera per partecipare a un battesimo. Le immagini della festa, ottenute dal quotidiano, lo mostrano sorridente in posa con i parenti.

La foto dal party

Al party era presente “almeno una persona sospettata di essere pesantemente coinvolta nel crimine organizzato”, scrive il giornale. Un rappresentante di Degiorgio ha assicurato che tutto “e’ stato fatto secondo la legge, con le necessarie richieste e i dovuti permessi da parte delle autorita’”. Secondo il suo rappresentante, Degiorgio era accompagnato da una scorta che lo sorvegliava. Le autorita’ carcerarie hanno spiegato che all’uomo – reo confesso di aver fatto saltare in aria la macchina di Caruana nel 2017 – era stato concesso un permesso dal tribunale, nonostante l’obiezione del procuratore generale. Sotto speciale supervisione e in alcune circostanze come i funerali o particolari eventi familiari, i detenuti possono uscire dalla prigione.

I casi in cui è concessa l’autorizzazione

L’autorizzazione e’ concessa anche in base alla condotta. Per chi come Degiorgio, pero’, e’ ancora sotto procedimento penale, di solito, i contatti con l’esterno sono severamente controllati e serve addirittura un permesso per ricevere visite. Le immagini del battesimo indicano che al killer di Daphne e’ stato concesso di festeggiare liberamente con altri ospiti. Commentando la libera uscita di Degiorgio, la famiglia Caruana Galizia l’ha definita “oltraggiosa”. “Al di la’ dei rischi legati alla sicurezza”, si legge in un comunicato, “Malta deve urgentemente mettere fine alla debolezza del sistema penitenziario e della giustizia penale. Come dimostra l’omicidio di Daphne, il prezzo per non farlo viene pagato col sangue”.

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