NUCLEARE IN SICILIA. IL GOVERNO IMPONE UNA SVOLTA

La ripresa del nucleare in Italia è uno degli obiettivi essenziali del governo Berlusconi, nonostante le numerose mobilitazioni civili sorte per difendere i risultati del famosi referendum abrogativo del novembre 1987, come la raccolta delle firme a cura dell’IdV. A quanto pare, soprattutto alla luce delle ultime notizie provenienti da fonti governative, l’iter dovrebbe subire un’accelerazione già a fine estate. Come riferisce Siciliainformazioni, entro settembre dovrà essere definita, punto per punto, la mappa dei siti scelti allo scopo di ospitare i nuovi impianti: l’annuncio, reso pubblico ieri nel corso di un’audizione alla commissione Ambiente del Senato, è giunto da Fedora Quattrocchi, dirigente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. A scegliere materialmente i siti sarà la Sogin s.p.a., Società Gestione Impianti Nucleari, che ha già riunito una speciale task-force. I lavori sono iniziati il 14 aprile e dovrebbero completarsi intorno al 23 settembre, sempre stando alle indicazioni fornite dalla stessa Quattrocchi. Sempre Siciliainformazioni riporta che la Sogin s.p.a. è una società totalmente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, attualmente retta da due commissari, Francesco Mazzuca e Giuseppe Ricci, appena riconfermati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri per altri due mesi, ovvero fino alla metà del mese di Luglio. La Sicilia, perlomeno in base ad alcune indiscrezioni trapelate negli scorsi mesi, dovrebbe essere interessata dalla scelta: si era parlato di una zona rientrante all’interno del comune di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento. Alcune indiscrezioni parlano di Gela come possibile alternativa, mentre scampato pericolo per la città di Vittoria, che sembra essere stata scartata definitivamente dalla commissione. Il percorso burocratico in Sicilia appare tutt’altro che delineato. Lo scorso 20 gennaio, infatti, l’Assemblea Regionale, all’unanimità, ha approvato un ordine del giorno che obbliga il governo Lombardo ad opporsi ad ogni istallazione nucleare sul suolo siciliano: neanche il referendum popolare, più volte caldeggiato dal presidente Lombardo, è parso tranquillizzare. Le prerogative del governo nazionale sembrano quindi non trovare conferma nelle scelte dell’Ars, oltre che in gran parte dell’opinione pubblica italiana. (lc.)

 

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