NOSTALGIA DI CASA DIKE

Le condizioni economiche della comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati, Dike peggiorano costringendo il presidente Marcello a trasferire prima i minori Saddik e Smith a Mazzarino in un centro Spraar  e i maggiorenni Alagie e Lamin decidono di partire sebbene a malincuore, a Milano in cerca di fortuna e soprattutto di un lavoro. Straziante scena di addio raccontatami dall’educatrice Paola alla stazione. Occhiali da sole per nascondere le lacrime di questi piccoli, grandi uomini cresciuti troppo in fretta. Troppo in fretta hanno subìto l’esperienza della perdita della famiglia, degli affetti più cari e l’acquisizione del dolore e della violenza come “regali” ceduti dalla vita. E ora il destino li allontana da un’altra realtà e da una possibilità di riscatto e di affetto: quella serenità raggiunta grazie alla permanenza nella comunità Dike.

Altri due ragazzi decidono di partire la scorsa settimana destinazione Puglia, obiettivo: ricerca di un lavoro e futuro migliore. Sono Hamin e Saliou. Il primo precisino, meticoloso, studioso, sempre determinato a cercare di migliorare la su formazione linguistica, il secondo analfabeta ma con la voglia di imparare, infatti apprende in brevissimo tempo la lingua italiana e intraprende molti lavori in casa. E’ un volenteroso e impara prestissimo a cucinare, fare le pizze, incomincia subito a lavorare in campagna. Non si ferma mai.

Quel giovedì sul tardi pomeriggio mi sentii chiamare alla stazione dei pullman di Catania. Erano loro. Non sapevo che stessero per andare via proprio quel giorno in cui mi trovavo fuori Vittoria per lavoro. Ne rimasi scossa e mi fece molta impressione ritrovare i miei ragazzi con le valigie come la prima volta che li vidi arrivare in struttura, con l’unica differenza che ora quella valigia volesse dire solo una cosa: partenza, separazione e per sempre. Gli occhi sempre gli stessi, tristi, smarriti come la prima volta del nostro incontro, ancora qualche frase sussurrata in inglese con Hamin sui dettagli delle fermate in Puglia ma sensazione di paura, insicurezza specie in Saliou da cui percepivo immediatamente un malessere e una tristezza forse più forte di prima. Gli chiesi cose avesse e gli augurai buona fortuna per il suo futuro, con la speranza che fosse migliore rispetto alle sue condizioni di vita precedenti.

Saliou non ce l’ha fatta. È tornato in struttura. È tornato dagli educatori. Ha spiegato con parole proprie di aver provato forte nostalgia della comunità.

La nostalgia è quella sensazione che può riaffiorare mentre siamo felici  o meglio pensiamo di esserlo, anzi, spesso è proprio stimolata da emozioni forti. La nostalgia torna a galla per ricordarci che abbiamo un passato. E che, quello che abbiamo vissuto ha avuto senso per noi. Quindi noi educatori, operatori abbiamo avuto un senso per la sua esistenza in struttura.

Le persone nostalgiche sono in realtà le più forti, perché capaci di rimettere insieme i pezzi del passato e fare della vita un percorso da ricompattare come dei pezzi di un puzzle. 

Ognuno di noi reagisce positivamente agli stimoli, raggiungendo uno stato di serenità rispetto a molte brutte esperienze passate e quelle di Saliou sono state spaventose.

La sensazione che si prova di fronte a una vecchia foto, ai pomeriggi passati in spiaggia a Scoglitti, un tramonto  non occupa insomma lo spazio di un momento ma fa da ponte tra ciò che eravamo e ciò che siamo, regalandoci la sensazione che la nostra vita abbia avuto un percorso sensato, carico di esperienze ed emozioni, nel bene e nel male. 

Uno studio americano su bambini e adolescenti lontani dalla famiglia d’origine ha dimostrato che la scarsa fiducia nella novità e l’incapacità di controllare le situazioni inaspettate possono portare i ragazzi ad “ammalarsi di nostalgia“, con conseguenze per il loro equilibrio mentale. 

Lo diceva anche il Piccolo Principe di Saint-Exupèry: “Se vuoi costruire una nave, non radunare uomini per raccogliere la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito”. 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it