È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
Non toccate la cassata siciliana! È l’anima di una storia
28 Mar 2024 08:56
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola.
Non è l’emergenza mondiale in questo momento. Diciamolo. E neppure nazionale. Francamente. E tuttavia, le recenti e altisonanti critiche, per quanto legittime e sensate, meritano forse una replica e una precisazione. La cassata siciliana ha un’anima. La sua personalità è scritta nella storia e nella tradizione. Ecco perché, sebbene possa risultare troppo dolce e stucchevole, essa deve essere rispettata e conservata integralmente.
Il dolce e l’amaro sono relativi. Sono categorie psicologiche. La memoria no. Non è opinabile e aerea.
Sull’argomento ripubblico ora qui con piacere la lettera aperta di un mio giovanissimo e arguto amico (?) che rende più di cento saggi di sociologia sull’argomento.
“Caro Gino Massari detto Inginio, tu sei un grandissimo masterscefs del nord e hai detto a tutti che la nostra cassata siciliana non va bene e va cambiata perché è troppo dolce. Ora è vero che la cassata è sduffusa come mia zia Mariapina quando ne mangio troppa (non la zia, la cassata), ma ti volevo dire che con tutti i burdelli che ci sono in Italia ma a te chi ti ci porta a dire minciunate poco simpatiche su di noi e perché non ti fai mezzo bilico di fatti tuoi?
Scusami tanto, mi chiamo Ciccio detto Francesco di Carpintieri e sono un bambino di nove anni di Monterosso Almo, che è vicino a Giarratana come tu bene sai perché così tante volte ci passasti già
e sono figlio di Vera Assunta, la pasticcera detta Nuccia, che nella pasticceria con la crisi che c’è c’hanno già tanta racina appesa e devono sentire pure a te.
Che poi, caro Gino, non è bello che dici che la cassata non va bene, perché io l’anno scorso ti ho visto nel bar di Franco Broccoleri, che è all’angolo della piazza, e ti calasti due cannoli, un macallè di ricotta e tre cassate sane sane e nel mentre masticuniavi, murmuriavi felice e giovane come il quadro della salute.”
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