Walter Morale, Direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi dell’ASP di Ragusa, è stato eletto Presidente della Sezione Interregionale Campano-Siciliana della Società Italiana di Nefrologia (S.I.N.) per il prossimo triennio. L’elezione è avvenuta al termine di una consultazione elettorale online che ha coinvolto tutti i nefrologi delle due regioni, confermando la fiducia della comunità scientifica […]
“NON LITIGA MAI, NON HA PROBLEMI CON NESSUNO, NON ODIA, NON AMA”
23 Ago 2012 18:57
Riuscire a parlare di cosa si fa ma non di cosa si prova, riuscire a sentire gli altri ma non riuscire ad “ascoltarli”, riuscire ad andare d’accordo con tutti ma non riuscire a mettersi in discussione, riuscire ad avere un compagno/a, ma non riuscire ad amarlo/a né a sentirsi amati; trovarsi di fronte una persona che sembra “corazzata”, che non fa trapelare nulla di sé, che sembra eternamente un bambino intrappolato nel corpo di un adulto. Non è la descrizione di un mostro o di un robot, è la descrizione di un alessitimico. Negli anni ‘70 lo studioso Sifenos coniò il termine Alessitimia, dal greco a = mancanza, lexis = parole, thimos = emozione, per descrivere alcuni pazienti che avevano in comune l’incapacità di descrivere ed elaborare emozioni e sentimenti sia propri che altrui. Oggi è riconosciuta come tratto di personalità che riflette un disturbo importante nella regolazione degli affetti e costituisce un fattore di rischio per il prodursi di malattie psicologiche e psicosomatiche. Principalmente le caratteristiche salienti di questo disturbo sono date dalla difficoltà di identificare i propri ed altrui sentimenti, da una scarsa capacità immaginativa, da un pensiero orientato verso la realtà esterna e, in generale, dall’incapacità di “mettersi nei panni” dell’altro e capire le emozioni che si provano. Le emozioni sono dei fenomeni biologici innati, che hanno contribuito alla sopravvivenza della specie, i sentimenti sono invece fenomeni psicologici individuali e sono molto più complessi perché riguardano proprio il vissuto soggettivo di ognuno. I sentimenti dipendono, infatti, anche dalla cultura a cui si appartiene, dalle esperienze infantili, dal modo in cui crescendo li si è visti “rappresentare” dalle proprie figure di accudimento. L’Alessitimia non indica quindi persone senza emozioni e sentimenti, ma persone che non hanno i giusti “strumenti” psicologici per rappresentarli o riconoscerli. E’ interessante sapere che diverse ricerche hanno rilevato una maggiore presenza di sintomi alessitimici nei paesi sotto sviluppati o in via di sviluppo. L’importanza di queste ricerche è data dal fatto che potrebbero avvalorare l’ipotesi per cui l’alessitimia è vista come una “difesa” contro la sofferenza. Per difendersi dal dolore il miglior modo potrebbe essere quello di non “sentire” più nulla. Le prime ipotesi sulle cause, che restano le più accreditate, hanno focalizzato l’attenzione sull’ipotesi di danni neurofisiologici, esattamente indicando un deficit dell’emisfero destro, quello legato appunto alle emozioni, o del corpo calloso, “il ponte” che permette il collegamento tra i due emisferi; un danno al corpo calloso può determinare una scissione cerebrale, la quale comprometterebbe le competenze emotive dell’individuo. Verso gli anni ‘90 si è invece ipotizzato che l’Alessitimia può essere associata ad un deficit della corteccia. Gli studi sulle cause di questo disturbo, per alcuni versi ancora sconosciuto, sono sempre in progress.
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