Niente immobili venduti o affittati se non green. La svolta dell’Europa ed il grande danno per la nostra provincia

La svolta green dell’Europa mette a dura prova tutti i proprietari di immobili storici della provincia di Ragusa. E questo è un fatto innegabile. Intendiamoci: la scelta di avere una casa green è encomiabile e nessuno si sogna di dire che sia di per sé una cosa sbagliata, tutt’altro. Ma ovviamente, quando si operano queste scelte ai piani alti, non si tiene conto delle realtà locali. Non tutto il patrimonio immobiliare italiano si presta alle modifiche ed agli interventi che l’UE vuole imporre, semplicemente perchè non tiene conto dell’immenso patrimonio immobiliare presente nei centri storici delle città italiane che per le loro caratteristiche strutturali, per i tanti vincoli urbanistici, storici e culturali presenti, non permetteranno gli interventi pretesi dall’UE.

E naturalmente, la provincia di Ragusa con il suo immenso patrimonio barocco e ottocentesco, non fa eccezione. Basti pensare all’immenso patrimonio barocco e a tutti coloro che sono proprietari di palazzi storici e che oggi sono diventati alberghi o semplicemente residenze per turisti.
Immaginate, voi, i palazzi ottocenteschi coperti di pannelli fotovoltaici o di “cappotti termici” o peggio ancora di infissi con strutture termiche che nulla hanno a che fare con lo stile dell’edificio.
Senza contare che la normativa europea prevede sanzioni assurde qualora non ci si adegui a questa direttiva.


Altro problema è rappresentato dal 60% degli immobili italiani che appartengono alle classi energetiche G ed F. Queste classi sono in maggioranza presenti nei segmenti immobiliari più bassi e della povera gente.
Questo significa, in estrema sintesi, che quanti non potranno permettersi di ristrutturare la propria abitazione, subiranno una vera e propria svalutazione del patrimonio, e con un briciolo di intelligenza è facile intuire che chi subirà il salasso saranno quelle fasce di popolazione che non avranno la forza economica necessaria ad adeguarsi al nuovo regime imposto dall’UE.


Quando si operano queste scelte, è lecito chiedersi se i legislatori dell’UE abbiano una vaga idea dei patrimoni immobiliari degli stati membri o se si tratti soltanto di scelte ideologiche aprioristiche che non tengono conto delle varie realtà locali.

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