È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
NATALE
10 Dic 2014 16:09
L’arrivo del Natale ogni anno è preannunciato da un’atmosfera particolare. Le strade illuminate della città si riempiono di gente animata da entusiastica frenesia, che chiacchiera con vivacità o si precipita nei negozi, sontuosamente addobbati per l’occasione. Ai bambini luccicano gli occhi, alla vista di montagne di giocattoli. Persino la gente sembra più bella, mentre mi fermo a guardarle nell’aria, gelida e frizzantina, che mi punge la faccia.
Della festività natalizia forse si è persa l’origine religiosa. Prevale oggi il conformistico rituale dell’acquisto dei regali, lo scambio tra le persone di oggetti ben impacchettati, ma spesso inutili, in una parola il consumismo, ormai emblema della società contemporanea. Eppure sono convinta che, dietro la gioia collettiva che sembra accompagnare i giorni antecedenti la festa, ci siano anche motivi spirituali, riti, credenze, tradizioni, valori che si sono sedimentati da secoli nel nostro inconscio.
Sono questi motivi spirituali che spingono a partecipare anche me, credente piuttosto tiepida e incostante, alla Messa di Natale. Nonostante l’omelia del sacerdote che celebra la funzione religiosa mi sembri non di rado tediosa o incomprensibile, la bellezza della chiesa con tutti quei quadri di soggetto religioso, l’odore dell’incenso, il senso di raccoglimento che si respira tra le persone appagano i miei bisogni spirituali, il desiderio di credere che ci sia qualcos’altro oltre la sfera materiale dell’esistenza.
Pure l’albero e il presepe, che riempiono in questi giorni le nostre case, mi sembrano alludere al desiderio di una vita migliore, da sviluppare nella pace e nell’amore reciproco. Mi sembrano simboleggiare l’idea che il mondo può essere salvato.
Persino quel cercare di essere più buoni nel periodo natalizio, di attenuare contrasti o rancori personali, non mi appare tanto una maschera di ipocrisia, l’espressione di una calcolata falsità, quanto il riconoscimento abbastanza sincero di un’importante virtù, la bontà, così spesso mortificata dall’indifferenza e dalla spietatezza con cui conduciamo la nostra esistenza nei restanti mesi dell’anno.
Ben venga, dunque, la bontà, che ci costringe, in questi giorni di festa, a pensare a quelle persone che trascorrono il Natale lontane dalla loro patria d’origine, staccate dai loro affetti e dalle loro tradizioni, a quelli che sono sommersi dalle difficoltà economiche e a coloro che hanno motivi di grave infelicità per malattie o altri rovesci esistenziali, che non possono essere sereni neppure in questi giorni, in cui tutti gli altri sembrano felici.
Dentro di me coltivo la certezza che il Natale porterà una luce anche nelle loro tribolate esistenze, riserverà loro un sorriso, la speranza e dei momenti belli, più frequenti e possibili nella sofferenza , secondo me, di quanto non siamo disposti comunemente a credere.
Certo, so già che il mio entusiasmo natalizio svanirà con il trascorrere dei giorni. Il pranzo in famiglia con nonni zii e parenti è spesso occasione per ascoltare i più triti e feroci luoghi comuni e le più assurde lamentele.
La sazietà, poi, indotta da spumanti e panettoni, la noia per i giorni che si susseguono uguali, la brutta stagione invernale so già che mi faranno sperare ardentemente che anche questo Natale passi presto.
Infine penso che l’attuale crisi economica, che colpisce un po’ tutto il mondo, diminuirà quest’anno il numero e il valore dei regali sotto l’albero. Sinceramente non me ne importa molto. Credo che la felicità di ognuno di noi stia fortunatamente altrove.
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