NASCE LA RUBRICA “LA VOCE DENTRO”

Mura spesse sovrastate da filo spinato, rumore sordo di porte pesanti, chiavi enormi che aprono e chiudono non solo cancelli di ferro, ma anche l’accesso alla vita, quella di fuori, dove il tempo procede incessante e senza tregua. Ma nel tempio del buio, dei silenzi grevi e delle condanne giuridiche e morali, il tempo non passa mai e alla velocità, si sostituisce l’attesa. Il carcere, infatti, è il luogo dove proprio quel tempo sembra essersi fermato, scorrendo lentamente, scandito da un susseguirsi stanco di giornate tutte uguali, inghiottite da un immobilismo logistico tutto vissuto all’interno delle pareti delle celle. I detenuti della Casa circondariale di Ragusa, questo loro “tempo” vogliono raccontarlo a coloro che passano in modo frenetico e distratto davanti ad un posto dove, ogni giorno, si consumano e si alternano gioie, delusioni, aspettative, con l’unico mezzo a loro disposizione: la scrittura. Per raccontare, a chi avrà voglia di leggerle, che le loro sono vite solo temporaneamente “interrotte”, ma non per questo, meno vive e degne di ascolto. Questa la motivazione per cui, tra due giorni, inizierà su Ragusa Oggi una rubrica vera e propria, “La voce dentro”, dedicata alla realtà dura del mondo penitenziario, che troverete ogni domenica sul nostro giornale.

Dentro lo spazio chiuso in cui vivono, i reclusi hanno scelto di affidare alla parola il compito di abbattere quel muro così spesso e di volare oltre, al fine di scardinare qualsiasi forma di pregiudizio. Perché dietro le sbarre, tutte le storie sembrano costituire le tessere di un unico mosaico esistenziale. E’ un’idea, infatti, che nasce proprio dall’ esigenza di essere “visti”, non solo come pacchi postali, come si definiscono, ma come persone, ognuna con un proprio percorso doloroso, difficile, complesso, terreno fertile per commettere errori e porsi al di là della linea della legalità. Sarà un viaggio emotivo interessante che troverà anche un senso nella presa di coscienza di chi legge.

Affinché, una volta fuori, li si potrà guardare con occhi diversi, alieni da qualsiasi forma di pregiudizio.

Le loro vite saranno utili ad aprire finestre su mondi interiori, ancora dilaniati, ma che racconteranno anche la voglia di rialzarsi e di volersi reintegrare nel cosiddetto mondo della libertà.

A me, che ho a che fare con i detenuti giornalmente per motivi di lavoro, l’onore di organizzare questo bellissimo laboratorio di scrittura, già fervido e pulsante in partenza. Le idee, le parole, gli argomenti scelti, sono opera autentica di una piccola redazione di persone, che oggi ringrazio perché nel confronto vivace e nella diversità di esperienze, la percezione di me stessa e della vita in genere, si è arricchita e cambiata.

Un doveroso e sentito grazie, va al Direttore della Casa Circondariale di Ragusa, Santo Mortillaro, perchè avendo accolto con entusiasmo questo progetto, contribuirà anch’egli alla costruzione sana di quel ponte di comunicazione ideale tra reclusi e realtà esterna, primo passo per un progressivo reinserimento sociale.

Così come è doveroso ringraziare l’Educatrice, dottoressa Maria Stella, che mi coadiuva e sostiene, sempre con grande professionalità e precisione, in questa e in altre iniziative intraprese, all’interno della struttura carceraria.

Infine, non per ordine d’importanza, non posso non menzionare il direttore di “ Ragusa oggi”, Franco Portelli, che non ha esitato un attimo ad ospitare, nel suo giornale, articoli che esprimono un altro “punto di vista”.

Buona lettura a tutti e sono graditi commenti!

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