Mpa chiede dimissioni del sindaco Aiello che dice: “Resto fino alla fine”

Il Movimento per l’Autonomia chiede le dimissioni del sindaco Francesco Aiello. Il gruppo politico che fa capo a Raffaele Lombardo, costituito lo scorso anno da tre consiglieri comunali, vuole che il sindaco stacchi la spina. 

In un documento, firmato dal coordinatore cittadino Giancarlo Floriddia e dai tre consiglieri Giacomo Romano, Salvatore Artini e la presidente Concetta Fiore, si invita il primo cittadino a «seguire la via più nobile e democraticamente più corretta: quella di tornare a sottoporci al giudizio degli elettori».

Da alcuni mesi, il sindaco non ha più la maggioranza in consiglio comunale. Proprio la fuoriuscita dei tre consiglieri (tutti eletti nella lista “Aiello sindaco”) ha fatto venir meno i numeri all’interno dell’aula consiliare ed oggi la giunta governa senza una maggioranza che la sostenga e con la difficoltà di far votare gli atti che vengono proposti. Qualche tempo fa, anche Marco Greco (altro consigliere di maggioranza) aveva assunto posizioni molto critiche ed era di fatto passato all’opposizione, ma nelle ultime settimane è tornato sui suoi passi e le ultime posizioni sono di fatto vicine all’amministrazione comunale. Nel frattempo, Greco ha lasciato il gruppo Aiello sindaco ed è confluito nel gruppo misto insieme a Giovanna Biondo (ex Psi – Vittoria in Azione), Giuseppe Cannizzo (ex Aiello sindaco) e Agata Iaquez (ex Pd).

Ma veniamo alla richiesta di dimissioni. Floriddia e i tre consiglieri comunali parlano del comune definendolo ironicamente “La repubblica di Franceschiello”, accusano il sindaco di “delirio di onnipotenza” e aggiungono: «Fin dal suo insediamento, il sindaco ha operato in maniera spregiudicata alla faccia della tanto decantata partecipazione e trasparenza, del rispetto dei ruoli delle forze politiche e sociali, del rispetto delle prerogative delle varie istituzioni comunali e delle regole fondamentali di convivenza civile e democratica nella nostra città. È triste rendersi conto di essere stati raggirati sul piano politico, purtroppo è accaduto ed abbiamo preso atto che non c’erano più le condizioni e le ragioni di sostenere il responsabile di tutto questo. È giusto denunciare questi fatti affinché la nostra comunità si renda conto di quello che sta realmente accadendo e delle ricadute negative che tale assurdo comportamento avrà sul futuro della nostra città. Si ravveda non può continuare ad amministrare per altri tre anni in questo modo lo faccia per il bene vero della città, diversamente la invitiamo a seguire la via più nobile e democraticamente più corretta (visto che non ha più una maggioranza che lo sostiene) è quella di tornare a sottoporci al giudizio degli elettori».

Corsi e ricorsi storici. Nel 2012 Aiello visse la sua ultima esperienza politica alla Regione siciliana come assessore all’Agricoltura nella giunta guidata dall’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo. Aiello, che in quel periodo guidava uno schieramento civico da lui fondato, non aderì mai al Mpa, ma spesso parlò, nelle sue dichiarazioni ufficiali, di “posizioni autonomiste”. Si candidò alle elezioni regionali del 2012 nelle liste degli autonomisti e sostenne l’allora candidato alla presidenza Gianfranco Miccichè, leader di Forza Italia in Sicilia e plenipotenziario di Berlusconi in Sicilia. A distanza di 11 anni è proprio il Mpa a chiedere le dimissioni di Aiello.

La replica di Francesco Aiello non si fa attendere. «Sfiduciatemi, se ne avete il coraggio» esordisce il primo cittadino. E aggiunge: «Ho anticipato per tempo di non volere cedere ai ricatti di nessuno. 

La nostra azione di riscatto e di rinascita ha già messo in crisi l’intera accozzaglia di approfittatori, passati presenti e futuri, che vedono la politica come comparaggio e “a me cosa mi dai”. Non è con l’aggressione, i ricatti e l’ostruzionismo il più’ meschino, che si amministra una città». 

Aiello mostra di non temere la mozione di sfiducia, anzi invita i consiglieri a presentarla. Sfida i consiglieri che lo hanno abbandonato ad andare avanti. E assicura: lui non si dimetterà. Andrà avanti fino alla fine del mandato. «Invito questi personaggi a seguire l’unica strada possibile e dignitosa che esiste: sottoscrivere la sfiducia nei miei confronti. È previsto dalla legge. Saranno poi i cittadini, col voto sulla sfiducia, a decidere».

E non risparmia il linguaggio pungente e polemico tanto spesso presente nelle sue dichiarazioni, definendo gli oppositori come “polli spennati”, o “gli sciolti”. «Decideranno i cittadini se riconsegnare il municipio alla masnada degli sciolti e aggregati o se consentirmi di completare la rinascita morale amministrativa e civile che ho avviato. Da parte nostra c’è una sola risposta: guardare avanti e completare il nostro lavoro. Fra tre anni e mezzo se ne parla».

Per la cronaca. Nelle condizioni attuali non è possibile, a Vittoria, presentare una mozione di sfiducia. Perché essa sia approvata servono il voto favorevole di due terzi dei componenti del consiglio comunale, cioè 16 consiglieri su 24. In questo momento, l’ex maggioranza può contare su 11 consiglieri, l’opposizione è formata da 13 consiglieri. Nessuno, fino a questo momento, ha mai proposto la presentazione di una mozione di sfiducia.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it