Movida: negli chalet della provincia di Ragusa non si potrà ballare. Scoppia la guerra estiva a suon di carta bollata

La movida è cosa e buona giusta ma va regolamentata. Anzi limitata. Non si potrà ballare negli stabilimenti balneari della provincia di Ragusa per l’estate 2018. Almeno non seguendo gli orari delle discoteche. L’ha stabilito stamani il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito in Prefettura.

La programmazione delle attività di intrattenimento in genere, di aggregazione o più semplicemente di ritrovo presso locali pubblici deve avvenire sempre nel solco e nel rispetto delle norme e delle più elementari regole del vivere civile.

Occorre porre in essere regole puntuali. Ben venga la vivacità della società civile, del mondo giovanile, in considerazione della stagione estiva soprattutto nelle zone rivierasche, e la conseguente intensificazione delle attività economiche e commerciali di intrattenimento, specie nell’attuale momento di crisi economica; tutto ciò che ruota attorno alla cosiddetta “movida” è sicuramente un volano per l’economia stessa e, pertanto, deve essere dominata dalle regole.

Ma cosa è stato deciso? Uno speciale focus è stato dedicato anche agli stabilimenti balneari, la cui presenza caratterizza molte delle frazioni balneari del territorio ibleo. In particolare, il Prefetto dopo avere richiamato le più recenti disposizioni regionali (legge regionale 17 marzo 2016, n.3), in materia di concessioni demaniali marittime che definiscono tali strutture come “l’insieme di opere finalizzate all’esercizio di quelle attività rientranti nel novero delle attività collaterali/complementari /connesse alla balneazione.”, precisa che apposite disposizioni del competente Assessorato Regionale al Territorio e all’Ambiente consentono il prolungamento dell’orario di apertura e il rilascio di autorizzazioni all’espletamento di attività di svago e di intrattenimento musicale e danzanti, quali, per l’appunto, “attività complementari annesse alla balneazione o alla diretta fruizione del mare”.

In proposito è stato evidenziato che le manifestazioni di intrattenimento musicale e danzante, quali attività complementari e/o secondarie agli stabilimenti balneari, devono essere effettuate entro gli orari di esercizio cui sono funzionalmente e logisticamente collegate, come –peraltro – precisato dall’articolo 34 quater della legge 17 dicembre 2012, n. 221.

Intanto sui social lo sfogo di alcuni concessionari di stabilimenti balneari che annunciano il ricorso al Tar. Lo spiega Antonello Firullo: “Per volontà di un tecnico e non di un giudice, la provincia di Ragusa, nonostante la legge non lo vieti, è l’unica in Sicilia, in Italia, in Europa e nel mondo dove non è consentito ballare negli stabilimenti balneari come discoteca. Ritengo gravi e lesive le posizioni della Confcommercio, del Sib e della Camera di Commercio che invece di tutelare i propri iscritti su questa decisione assurda e dannosa, invece, condividono quanto deciso a danno di noi operatori demaniali e dell’economia provinciale negando, di fatto, pure quella libertà di iniziativa economica e imprenditoriale sancita anche dalla costituzione. Siete distanti anni luce dalla parola investimento, lavoro, turismo d’eccellenza altro che Montalbano. Vergogna! È ovvio che andremo al Tar per annullare questa decisione! Questa è terra maledetta assai c’è poco da fare, anzi è una strabuttanissima Sicilia!!”.

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