MONTA A RAGUSA LA PROTESTA DEGLI ASILI NIDO PRIVATI

 Gli asili nido privati della città di Ragusa ritengono incomprensibile l’atteggiamento assunto dal sindaco Federico Piccitto che non solo non ha voluto ascoltare in tempi rapidi le esigenze delle strutture presenti ma addirittura è intenzionato a sponsorizzare l’attivazione, sul territorio comunale, di altre tipologie di asili nido, i cosiddetti asili nido famiglia, che non assicurano le stesse garanzie di quelli già esistenti. E’ il tenore della pesante lamentela che ieri sera è stata raccolta dal consigliere comunale di “Ragusa Domani”, Elisa Marino, a cui i rappresentanti di otto asili nido privati (Pollicino, La Pannocchia, Birimbò, Allegro dì, L’isola che non c’è, Petit club, La Favoletta, Biricchini), si sono rivolti dopo che la loro interlocuzione con il primo cittadino, al quale avevano intenzione di manifestare i propri dubbi e le proprie perplessità sul percorso avviato dall’ente di palazzo dell’Aquila, è stata programmata dalla segreteria di Piccitto soltanto a metà settembre. “Come se non bastasse – afferma Marino che ha sposato la protesta delle suddette strutture – il sindaco sembra intenzionato, sabato a Marina, a sponsorizzare la nascita di nuovi asili nido famiglia che determinano una concorrenza molto pesante nei confronti di realtà consolidate, presenti da decenni nella nostra città, con regole molto rigide considerato che l’utente finale è un bambino. Aprire un asilo nido famiglia, per quello che ne sappiamo, può accadere senza alcuna autorizzazione sanitaria, quindi con le condizioni igieniche normali di una famiglia, senza alcun controllo da parte delle autorità competenti, senza alcuna forma di abilitazione dell’eventuale personale se non una forma di franchising. Tra l’altro, il fenomeno, negli ultimi mesi, sembra essere in costante crescita. Una mamma, in un locale, che può essere la propria casa, accoglie quattro-cinque bambini, anche se pare che ci siano realtà che ne accolgano sino a dieci-quindici. E questo significa lavoro in meno per gli asili nido privati che, allo stato attuale, forniscono attività a numerosi dipendenti ingaggiati regolarmente, con pagamento dei contributi e quant’altro previsto dalla normativa specifica. Per aprire un asilo nido privato occorre avere metri quadrati, spazi, materiale ignifugo, cucina, somministrazione alimenti, preparazione alimenti, con l’Asl che controlla periodicamente la freschezza dei prodotti. Nei nidi famiglia chi controlla? Ecco perché i privati chiedono che lo stesso metro, sul fronte dei controlli, possa essere utilizzato per i nidi famiglia. E, al contempo, rivendicano pari opportunità in termini di promozione da parte dell’Amministrazione. In ogni caso, torneremo a sollecitare un incontro urgente con il primo cittadino affinché possa prendere atto delle problematiche sollevate dagli operatori del settore che, in questo caso, rappresentano la quasi totalità delle strutture presenti in città”.

 

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