Mons. Staglianò replica a RagusaOggi per l’articolo sulle polemiche delle sue “perfomance” televisive.

Il vescovo di Noto, Mons. Antonio Staglianò, ha fatto recapitare alla nostra redazione una mail con la quale interviene in merito ad un recente articolo pubblicato sul nostro giornale al seguente link in cui precisa alcuni aspetti numerandoli. Noi pubblichiamo con estremo piacere innanzitutto perché è un nostro dovere di giornalisti e poi perché riteniamo che dal confronto e dal dialogo possanno sempre emergere margini di miglioramento per tutti. Ci siamo solo presi la libertà di aggiungere alla replica di Mons Staglianò i nostri di commenti.

Mons. Staglianò: Non risulta nessuna prenotazione in Cattedrale del matrimonio di Fedez per cui il suo matrimonio lo celebrerà eventualmente il Sindaco o un suo delegato in Municipio;

Redazione Ragusaoggi: Stia allora ben attento Mons. Staglianò, al quale non si può di certo imputare di essere un ingenuo o uno sprovveduto, ai soggetti a cui affida la sua comunicazione “artistica” o con cui condivide il suo percorso artistico. In una mail inviata da Antonio Cospito si legge testualmente: Mons. Antonio Staglianó (Vescovo di Noto) durante la puntata de “La Vita in Diretta” del 9 Aprile 2018, al conduttore Marco Liorni dichiara di aver scritto una canzone per il rapper Fedez dal titolo “If I Sing a Song”. Mons. Staglianó spera di consegnare la canzone di persona, al matrimonio che si celebrerà il 31 Agosto 2018 nella Cattedrale di Noto”. Il Signor Cospito, il dehoniano orante che musica i testi di Staglianò,  ha un sito istituzionale assieme al Vescovo ed informa sempre le redazioni in anticipo sulle imminenti apparizioni video di Sua Eccellenza e sui suoi progetti artistici. Se non è soggetto titolato a fornire informazioni, che Sua Eccellenza ne prenda le distanze pubblicamente. Non la riterremo da qual momento fonte attendibile.

Mons. Staglianò:  Personalmente non ho nessuna velleità di fare il cantante essendo piuttosto un predicatore. Lungi da me, dunque, anche solo il desiderio di andare a Sanremo. In quanto predicatore e scrittore di saggi teologico-pastorali, nonché di libri di poesie, sto da anni lavorando sul rapporto tra “musica e predicazione”, sviluppando tre registri di ricerca: il primo è la “cantillazione omiletica” come forma retorica non tanto per attrarre l’attenzione dei giovani ma per comunicare in maniera più diretta e profonda le verità del Vangelo in un’omelia; il secondo è la predicazione più ampia del Vangelo attraverso l’utilizzo delle canzonette conosciute dai giovani, come è ben spiegato da due mie opere uscite recentemente con Rubbettino (“Credo negli esseri umani cantando la buona novella pop” e “Pop Teology per giovani. Autocritica del cattolicesimo convenzionale per un cristianesimo umano”); il terzo è l’autocomponimento di testi e musica da far cantare possibilmente ai big.

 Redazione Ragusaoggi: Sua Eccellenza si è dato come obiettivo, discutibile o meno, quello di predicare la parola di Dio attraverso le canzonette. Scelta che può piacere o meno. Che può sembrare opportuna o meno. Non la discutiamo  ma per sua stessa dichiarazione scopriamo adesso che lo fa “non tanto per attrarre l’attenzione dei giovani”. Ci aveva sino adesso fatto intendere il contrario. E allora a che serve cantare ovunque ed in qualsiasi contesto  testi di Fedez o Mengoni che sono cantanti che si rivolgono esclusivamente ad un pubblico di giovanissimi ed ancor di più far cantare a loro testi scritti appositamente? 

Mons. Staglianò: Per questo terzo registro non mi dispiacerebbe proprio che qualche mio testo venisse cantato da un big di Sanremo e non perché io pretenda notorietà o successo (linguaggio che è abissalmente lontano dal mio cuore e dai miei progetti pastorali), ma piuttosto perché per questa via si potrebbe anche a Sanremo annunciare i grandi temi del Vangelo come ha fatto Caccamo con la sua bellissima canzone “Eterno” dove parla di un amore senza lasciarsi mai. Comunque, mai io canterei a Sanremo.

Redazione Ragusaooggi:  Noi siamo sostenitori convinti che ogni cosa debba avvenire nei tempi e nei luoghi corretti. La ricerca di Dio ed il suo avvicinarsi a Lui lo pensiamo come un fatto fortemente intimo e personale. Sanremo è un palco prestigioso ma  fatto di canzonette, di leggerezza, di divertimento e di tantissimi riflettori molti dei quali in antitesi con la spiritualità. Chi segue Sanremo lo fa per altre ragioni ben lontane dalla ricerca di Dio. A Sua Eccellenza, nella meno nota e forse più triste Diocesi di Noto, non mancherebbero piazze, luoghi di culto, scuole, persino case, dove predicare la parola di Dio, magari cantandola come ama fare lui,  forse con più effetto rispetto il palco di Sanremo dove si canta si balla e si pensa ad altro. C’è un tempo ed un luogo per tutto.

 Mons. Staglianò: In merito alle polemiche in Diocesi, ritengo che ognuno possa pensarla come vuole. Il Signore chiede di non giudicare senza misericordia e comunque non è proprio dai social che l’etica professionale di un giornalista dovrebbe attingere i materiali per costruire le sue notizie, ma piuttosto sulla verifica di ciò che effettivamente il Vescovo di Noto sta facendo che, ovviamente, può essere esposto a tutte le possibili interpretazioni. Che senso ha, per esempio, enfatizzare il giudizio di una signora che si lamenta perché il Vescovo non va ad un appuntamento di Cresime nella sua parrocchia perché impegnato in televisione se “questo Vescovo” da nove anni che è a Noto ha preteso celebrare “possibilmente” tutte le Cresime di persona, mentre i suoi predecessori quasi sempre le facevano celebrare ai sacerdoti nelle vicarie?

 Redazione Ragusaoggi: Noi non abbiamo attinto esclusivamente dai social il materiale per costruire la nostra notizia. Abbiamo ascoltato ed intervistato  gente comune e molti dei suoi preti che, tutt’altro che livorosi, ogni giorno stanno in trincea in silenzio ed in umiltà, lontano dai riflettori, dalla gente che conta, dai big della musica, per dare sollievo a chi soffre e a chi ha grandi difficoltà a sbarcare il lunario. Sporcandosi le proprie tonache e prendendo anche pugni in faccia. Sua Eccellenza inoltre, probabilmente, non è ben informato sull’attività dei suoi predecessori. Quelli che abbiamo conosciuto noi sono stati dei grandi uomini che hanno reso grande la Diocesi di Noto predicando e praticando “amore” forse si,   presenziando a qualche cresima in meno. Forse.

Mons. Staglianò:  La partecipazione a “La vita in diretta” è stata dal punto di vista dell’evangelizzazione cristiana e cattolica una grande occasione per annunciare il kerigma cristiano di Dio “solo amore, sempre amore” in Gesù crocifisso, facendo risuonare la verità cristiana che l’amore vero è proprio quello che la croce annuncia, propone e mostra. Non è una bella notizia? E aver avuto la possibilità di proclamarla a due milioni di persone attraverso la RAI non è una buona cosa per la pastorale della Chiesa? E se non ci fosse stato il motivo delle canzonette di Sanremo, ci sarebbe stata questa possibilità? Per cui, non mi pare di aver partecipato a nessun evento mondano, ma di aver, nella mia responsabilità e coscienza di pastore, voluto annunciare il Vangelo che è l’unico obiettivo a cui lavoro sempre e comunque. “Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (San Paolo).

Redazione Ragusaoggi: Ci permettiamo, con  grande umiltà, di ricordare a Sua Eccellenza che Ella è il Vescovo di Noto. Non dovrebbe essere lui il soggetto deputato a parlare a milioni di persone in tv. Quello, crediamo, ci sia già e, senza nulla togliere a Sua Eccellenza, lo riteniamo  molto più autorevole. Sua Eccellenza, che noi stimiamo molto, probabilmente per il ruolo che ricopre , è stato chiamato a  parlare ad una platea molto, molto più piccola, quella della sua Diocesi.

Mons. Staglianò:  Stia poi certo che personalmente lavoro indefessamente per la mia amata Diocesi per la quale spendo tutto il mio tempo e le mie energie, checché possano osservare alcune persone dal cuore pieno di astio e di livore. D’altronde, da sempre il lavoro per il Vangelo è contrastato da colui che nel loro ultimo CD i Decibel chiamano l’Anticristo e il Nuovo Testamento chiama “Leone ruggente”. La saluto di cuore chiedendo sommessamente un atteggiamento meno malevole del suo giornale nei miei confronti e nei confronti del mio operato, sempre disponibile a ricevere qualsiasi suo giornalista che voglia interessarsi realmente di fatti e non di chiacchiere.

 Redazione Ragusaoggi: Noi non abbiamo nessun atteggiamento malevolo nei confronti di Sua Eccellenza che, ribadiamo, stimiamo molto per la sua capacità di mettersi in discussione, di abbandonare schemi anacronistici della chiesa Cattolica nel predicare la parola di Dio, di saper affrontare  con determinazione tutta quella parte del clero restio ad ogni forma di rinnovamento. Lo stimiamo per il suo impegno verso la diocesi gemellata di Butembo-beni e per il lavoro indefesso verso la sua Diocesi, che non possiamo che confermare. Esercitiamo solo il nostro diritto di esprimere  liberamente la nostra umilissima  opinione. Probabilmente a questo esercizio da parte di terzi Sua Eccellenza, per il ruolo che ricopre, avrà perso l’abitudine. Ma sappia Sua Eccellenza che è meglio una pseudo critica vera, sincera e costruttiva espressa pubblicamente che una finta lode formulata solo per captatio benevolentiae.

 

 

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it