Modica e le sue sorelle (di debiti): Acate in dissesto, altri quattro comuni iblei con piani di riequilibrio

Non solo Modica. Anche se quella appena citata è la quarta città siciliana per numero di abitanti ad essere inserita nella lista di 77 comuni su 390 in stato di riequilibrio, dopo Catania, Messina e Bagheria, ora con il fiato sospeso dopo che una recente sentenza della Consulta ha definito incostituzionali le norme per spalmare a oltranza (fino a 30 anni) i debiti degli enti locali in difficoltà finanziarie, sono almeno altre quattro le città iblee ad attendere una sanatoria invocata da più parti, pena il blocco di numerosi servizi pubblici. Secondo la lista stilata dal Centro studi enti locali, aggiornata al 31 dicembre scorso, fra i comuni a rischio di essere obbligati al ripiano ravvicinato dei propri debiti vi sono anche Ispica, già in dissesto, e Scicli. Entrambi i comuni, nel 2012 hanno sottoscritto piani di riequilibrio per limare il deficit accumulato. Per il comune di Scicli, che all’epoca vantava un grande credito nei confronti del comune di Modica, sembra un’autentica beffa.

Nella lista dei comuni in riequilibrio compaiono anche Pozzallo (dal 2014), Monterosso Almo (dal 2017) e, per rimanere vicini, le siracusane Rosolini, Pachino (entrambe in dissesto dal 2019) e Avola.

Fra i comuni iblei dissestati, oltre alla menzionata Ispica c’è anche Acate (2016). Quest’ultima non compare, però, fra i comuni che hanno sottoscritto un piano di riequilibrio.

Come finirà? Chi attendeva risposte dal decreto Sostegni bis è andato deluso. Si fanno diverse ipotesi, anche per scongiurare nuovi fenomeni sociali, mentre in Parlamento si susseguono riunioni e audizioni.

Secondo una stima dell’Anci, sono 1.400 i comuni italiani coinvolti nella costituzione del Fondo anticipazione liquidità. Nell’Isola, si trova in stato di dissesto o pre-dissesto il 40% degli enti locali.

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