Modica, Corte dei Conti al Comune: fatti sforzi, ma ancora molti debiti

“Non sono stati rispettati per il periodo 2018-2020 gli obiettivi di ripiano integrale delle passività; non risulta correttamente quantificato il ripiano delle diverse tipologie di disavanzo, con i conseguenti riflessi sulle annualità di ripiano da applicare nei bilanci di previsione; non è riscontrabile l’effettivo ripiano dei debiti fuori bilancio pur affermato dall’Ente e si riscontrano ulteriori fenomeni di riconoscimento e finanziamento per importi significativi”. Sono alcuni dei numerosi rilievi che la sezione Controllo della Corte dei Conti della Sicilia, dopo avere approvato la relazione del magistrato istruttore sul Piano di riequilibrio del Comune di Modica, Massimo Giuseppe Urso, muove a Palazzo San Domenico. Nei prossimi giorni si terrà il contradditorio finale rispetto ad alcune rilevanti criticità sul contraddittorio preliminare, che “non può considerarsi pienamente espletato”, affermano i magistrati contabili.

In novanta pagine di relazione, la Corte muove numerosi rilievi. Si va dalla “presenza di un disavanzo presumibilmente sottostimato a causa dell’insufficienza degli accantonamenti e della parte vincolata” ai “persistenti squilibri della gestione di cassa, derivante dalla perdurante incapacità della riscossione delle entrate correnti (competenza e residui), espressione di una insufficiente autonomia finanziaria”. A tal proposito, non si registrano gli effettivi risultati previsti. Nel 2020, la Tari è stata pagata da meno di quattro nuclei familiari su dieci, mentre la Tasi – per effetto dell’esplosione del Covid – non è stata riscossa. Il recupero dell’evasione totale ha fatto registrare percentuali ridicole: 2,25% nel 2018, 8,73% nel 2019 e 0% nel 2020, per il motivo accennato.

“A tutto il mese di settembre 2022 – scrive il magistrato istruttore – le passività inserite nel Piano ancora da ripianare sarebbero pari a complessivi 3.095.255,12 euro, riconducibili ai debiti verso le partecipate”. Già, le partecipate. “Servizi per Modica” e “Multiservizi” hanno ancora debiti per poco più di 3 milioni di euro. Il relatore dice chiaro e tondo che “Servizi per Modica” andava avviata al fallimento, mentre la Corte dei Conti non sapeva nemmeno che fosse stata posta in liquidazione. Anche l’operazione per la cessione delle attività in “Modica acque e depurazione srl” e “Modica servizi società consortile arl” è in itinere. Sul punto il Comune ribatte con un accantonamento di 2,5 milioni nel bilancio di previsione 2022-2024.

“Si devono poi aggiungere le altre tipologie di disavanzo sorte successivamente all’adozione del Piano di riequilibrio, la cui quota non ripianata al 31.12.2020 è pari ad euro 2.373.461,86” , continua la Corte dei Conti. “Devono altresì ricomprendersi i probabili disavanzi occulti, derivanti dall’incapienza dei fondi accantonati nel risultato di amministrazione al 31.12.2020. La descritta situazione debitoria patisce la mancata individuazione analitica e sistematica, all’interno del piano, delle previsioni quantitative degli incrementi di entrata e di economie di spesa idonee a garantirne il graduale ripiano. Come evidenziato nella parte introduttiva della presente relazione il piano espone solamente, a pag. 37, gli obiettivi riferibili ai complessivi equilibri della gestione di competenza da raggiungere per ciascun anno del piano (escludendo, peraltro, alcuni elementi della massa passiva)”.
E ancora: “I previsti obiettivi di raggiungimento degli equilibri, tuttavia, non si riscontrano nelle risultanze finanziarie dei rendiconti approvati, tanto che negli esercizi 2019 e 2020 si registrano ampi disavanzi di parte corrente della gestione di competenza. Nell’esercizio 2020 lo squilibrio di competenza di parte corrente è pari ad euro 4.807.142,36, parzialmente mitigato dagli effetti positivi derivanti dall’eliminazione dei residui passivi per euro 2.621.194,19, peraltro a fronte della probabile sottostima di eliminazioni/accantonamenti a Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità, ndr) di residui attivi in relazione ai rischi di inesigibilità. Il quadro descritto è destinato a peggiorare a causa degli effetti negativi derivanti dall’adeguamento dei fondi accantonati, facendo salvi eventuali incidenze negative per l’eventuale riconoscimento di debiti fuori bilancio, sulla cui sussistenza la Sezione non è stata adeguatamente edotta nel corso dell’istruttoria”.
Fin qui gli aspetti negativi. I magistrati contabili riconoscono anche il buono fatto finora: “Il disavanzo derivante dal 2012 è stato ripianato in conformità al programma previsto dal piano di riequilibrio; il disavanzo da riaccertamento straordinario dei residui (RSR), non ripianato al 31.12.2020 (euro 4.367.586,00), è stato ripianato nel 2022, come rappresentato dall’ente (ma da verificare);i debiti fuori bilancio sono stati integralmente ripianati a tutto il 2022, in base a quanto risultante dalla documentazione pervenuta; il risultato di amministrazione nel periodo 2018-2020 registra un rilevante incremento e nel 2020 la gestione finanziaria conduce ad un miglioramento del risultato negativo della parte disponibile pari ad euro 3.270.254,56, passando da euro -76.911.664,10 ad euro -73.641.409,54”.

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