Mirko Marsiglia, il menestrello degli Iblei. Nostra intervista

Nei suoi “concerti casalinghi” indossa giacca sportiva e berretto, si nasconde timido dietro gli occhiali scuri, come fosse il costume di un supereroe e a noi sembra proprio un eroe chi, in mezzo ai mille suoni elettronici, un modo di comporre omologato e tanto, troppo autotune, riesce ancora ad emozionare anche solo chitarra e voce. Stiamo parlando del cantautore ragusano Mirko Marsiglia, eroe dei giorni nostri. Si, perchè non si arrende alle mode del momento e continua scrivere musica, quella che arriva al cuore e fa vibrare l’anima, noi lo seguiamo da tempo e continua a regalarci canzoni stupende, dei veri e propri gioielli. Gino Carbonaro, stimato musicista e professore della nostra città, lo ha definito Il Menestrello degli Iblei e a noi piace molto questa definizione, ci inorgoglisce averlo qui a Ragusa e, visto che esce di rado dal suo amato silenzio, essendo una persona riservata e contemplativa, andiamo a trovarlo noi, per un’intervista esclusiva che riportiamo integralmente qui di seguito.

Ciao Mirko,  bentrovato.

Ciao Franco, è un grande piacere e un onore essere intervistato da te, professionista navigato, ti ringrazio di cuore dell’attenzione.

Il piacere è tutto mio, credimi. Vorrei aprire l’intervista chiedendoti come nasce la tua passione per la musica e la scrittura.

 Ok (sorride), cercherò di essere breve. I miei genitori, mi hanno regalato una chitarra all’età di nove anni, ho iniziato a studiarla allora. A 12 anni, ho avuto il primo vero impulso di scrivere in musica e parole, la mia prima canzone. Da lì in poi, non mi sono più fermato, è il mio diario di bordo, un modo per raccontare il mondo, quello interiore, ma anche quello esteriore, le storie, le esperienze, i viaggi, le emozioni, la speranza, i sogni, la nostalgia, la denuncia, tutto.

Quali sono stati gli autori che maggiormente hanno influenzato o ispirato la tua scrittura? Nella tua voce riconosciamo sicuramente Mirko, ma anche sfaccettature in contaminazione di altri cantanti, dalle note basse e profonde agli acuti graffianti, fino ai falsetti meditati e una forza espressiva carica di passione e sentimento, ti definirei un cantautore di cuore e anima.

Anche qui cercherò di essere breve perchè non è semplice, ho ascoltato di tutto, ma se devo fare qualche nome, vado a pescare Freddie Merkury, artista poliedrico e sensibile, di grande carisma, il mio primo amore musicale, inarrivabile e tutt’ora stella polare, nutro affetto incondizionato verso questa figura. Franco Battatiato, con cui sento di avere affinità animica, un modo di narrare il quotidiano che va oltre le percezioni comuni e ingloba il tutto, l’essenza di ogni cosa, amo la lucidità consapevole di Franco, la sua riservatezza. Lucio Battisti e la sua energia comunicativa, quell’accoppiata con Mogol che arriva dritta alle orecchie e non ti lascia, quelle melodie che canti senza stancarti mai. Giorgio Gaber, l’uomo che inventò la musica-teatro, artista deciso e decisivo, ironico e pungente, mai banale. In età tardiva, grazie a un mio amico fraterno, scopro Fabrizio De Andrè, grande personalità dietro uno sguardo timido e un carattere ermetico, ne so qualcosa per certi versi; un uomo di cultura capace di imprimere forze divine alle sue canzoni, geniale come tutti i grandi talenti della nostra terra. Da ognuno di loro credo di aver preso qualcosa e portato a casa, qualcosa che custodisco gelosamente nel mio cuore. Ce ne sarebbero altri, da Fossati a Mina, Mia Martini, Tenco, Vecchioni, De Gregori, Ed Sheeran, Adele, Sting, ma non finisco più.

Nel tuo viaggio musicale hai ricevuto premi importanti e riconoscimenti, hai incontrato grandi personalità del mondo dello spettacolo. Come ci sei riuscito da casa e senza investimenti? Se posso.

Diciamo che, qualche anno fa, mi hanno spinto ad aprire il canale youtube e una video rubrica su facebook, proprio da casa mia che intitolai ironicamente Cantautore Stolto, in cui cantavo le mie canzoni col viso in penombra, per dar risalto al contenuto dei testi. Nel giro di un mese, sia la rubrica che il canale youtube, considerando i mezzi poveri, diedero risultati di ascolto molto incoraggianti, tanto che la rubrica faceva 7.000 visite a settimana e il canale youtube 200.000 ascolti all’incirca. Da li nasce tutto, hanno iniziato a contattarmi come ospite nei concerti, interviste in tutta Italia, sia in tv che in radio. Una tra queste, la storica radio fondata da Vasco Rossi, Punto Radio di cui saluto gli amici. Iniziarono ad arrivare anche comunicazioni di riconoscimenti, tra cui quello per il cantautorato dalla regione Sicilia, attraverso l’associazione Carlo Terron, l’inserimento del brano Il Volo nella Raccolta Antologica di Giulio Rapetti, conosciuto ai più come Mogol, l’inserimento nell’Enciclopedia Dei Poeti Contemporanei Italiani nel 2018, l’apertura del tour siciliano dei Camaleonti, l’essere selezionato dai Jalisse per Localitour D’autore, un format ideato da loro, il calcare lo stesso palco di Marco Ligabue, Marco Morandi, Andrea Mingardi, Patrick Salati, Lisa Hunt, Iskra Menarinitris, esperienze cinematografiche (tra cui Il Commissario Montalbano, Il Giovane Montalbano, Quel bravo ragazzo) e altri riconoscimenti arrivati tutti a sorpresa per me, considerando che non vado molto in giro e mi muovo perlopiù da casa, con scarsi mezzi economici. Non sono da meno le distanze perchè nascere in Sicilia per un cantautore, non è un grande vantaggio, chiaramente, ma tutto quello che è successo fino ad oggi, mi ha letteralmente sorpreso e ne sono felice, non lo nascondo. Ringrazio di cuore tutti coloro che ascoltano e apprezzano ciò che scrivo. Si, è così, canto con il cuore e con l’anima, credo sia la ricchezza più grande che ho, insieme alle persone che amo.

Come nasce l’incontro con il grande autore Alberto Salerno (ricordiamo tra le tante sue canzoni Terra promessa scritta per Ramazzotti, Vagabondo per i Nomadi, Lei verrà per Mango, Donne per Zucchero e così via), nonché marito di Mara Maionchi? 

Devo dire per caso, sul social. Un giorno commentò positivamente un mio pezzo e mi disse che stava lavorando a una sua idea per favorire e aiutare la musica emergente, l’Officina Della Musica e Delle Parole, a Milano, organizzato presso grossi studi di registrazione frequentati dagli artisti di punta, un luogo d’incontro tra i cosiddetti addetti ai lavori del mondo dello spettacolo e i parolieri o cantautori.  Inviai un mio provino e fu così che venni selezionato per partecipare agli incontri. Alberto se lo conosci è una cara persona, dal carattere apparentemente non facile selo conosci superficialmente, ma ricca di esperienza, di valori, di buoni consigli, insomma uno del mestiere, una persona in gamba da cui apprendere e una persona affettuosa. Mi sono affezionato a lui e continuiamo a sentirci di sfuggita sul social, tra un commento e un post.

A questo punto ti faccio una domanda che forse risulta spinosa, ma credo possa definire il tuo personaggio, se così vogliamo, io credo tu lo sia con tutta onestà, ed è un complimento. Come vivi la musica contemporanea? Come mai non ti sei dato al mercato, considerando il tuo innegabile talento, sia nella composizione che nell’interpretazione?

Purtroppo o per fortuna, mi definisco una persona patologicamente autentica, da sempre, sono quel che sono. Ho un grande difetto se vogliamo, non seguo il mercato per natura, scrivo solo quello che arriva, perchè se penso a una mia carriera nella musica, non vorrei assomigliare a nessun altro che a me stesso, questa cosa è molto importante per me, meglio non venir fuori al limite, nessun problema. Non mi sento disturbato da quello che ascolto oggi, le mode vanno e vengono, personalmente credo sia una grossa bolla d’aria destinata a scoppiare. Anche noi abbiamo delle radici culturali profonde che si radicano nel bel canto e nella musica leggera, nel cantautorato, nella musica melodica. Ritengo che la tecnologia possa esserci d’aiuto indubbiamente e anch’io amo utilizzarla e scoprirla, ma che non possa assolutamente sostituirsi né ai musicisti, né tantomeno ai compositori che hanno studiato armonia, non avremmo mai ascoltato i capolavori con cui siamo cresciuti tutti, impensabile. Sento di avere delle radici forti, nessuno potrà mai sdradicarle dalle mie composizioni e ne vado fiero, ho studiato, sperimentato, fatto ricerca e questo vale molto per me.

Parlaci di questi tuoi “Concerti At Home” che stiamo seguendo con immenso piacere e che consiglio a tutti di ascoltare. Da dove ti è venuta questa idea geniale? Dove possono trovarli?

In realtà parte tutto dal’esigenza di lasciare qualcosa di bello a chi mi ha voluto bene un giorno, in primis a mio figlio Samuel. Si sa, le canzoni ti rendono eterno e il web sigilla questa possibilità. Mi sono detto: <<come faccio a fare un concerto per tutte le persone a cui voglio bene e farli assistere tutti contemporaneamente?>>, così vengono fuori i Concerti At Home, dei live delle mie canzoni, suonate e cantate dal vivo in presa diretta con la mia attrezzatura da studio, diciamo quella essenziale, ripreso dal mio cellulare per la parte del video, poi assemblo tutto insieme; una sorta di evoluzione della mia prima rubrica, Cantautore Stolto, che tante soddisfazioni poi mi ha dato. Quello che esce poi, pubblico, mi avvalgo anche di qualche suono postumo che creo con il pianoforte o la tastiera, qualche controvoce, alcune basi, in semplicità e senza pretese. Chi ha il piacere di ascoltarli, può collegarsi al mio canale youtube, cercando Mirko Marsiglia o al mio profilo facebook, la mia pagina facebook. Se, per esempio, vi iscrivete al canale youtube e sulla pagina facebook ufficiale Mirko Marsiglia, basta cercare Concerto At Home e troverete parte prima, parte seconda ecc… Ho creato anche una playlist sul canale youtube per facilitare le cose che si chiama Alcune mie canzoni, basta iscriversi al canale e aprire la playlist, ci sono anche i concerti di cui sopra.

La tua prima pubblicazione?

Nel 2018, con l’Ep Segnali di Vita, realizzato a Roma per  Reverb – The Italian Recod Company, in coproduzione con l’amico musicista, produttore e arrangiatore, Stefano La Mendola e con la collaborazione del grande chitarrista Orazio Fontes. Il lavoro, una parentesi pop all’interno delle mie composizioni, nasce e si ispira a un sogno ed è dedicato a un amico che non c’è più, alla mia famiglia. Una piccola finestra sulla mia vita, in mezzo a un oceano di esperienze.

Dove preferisci esibirti e, per chiudere, quali sono i progetti per il futuro?

Prediligo da sempre il palco di legno del teatro, è un luogo caldo, raffinato, familiare, contemplativo, in cui ti senti maggiormente in comunione con il pubblico, è il luogo in cui riesco a esprimermi meglio. Per quanto riguarda i progetti, io vivo sempre un po’ alla giornata, intanto questa settimana stiamo girando Montalbano a Puntasecca, poi si vedrà, mi piace scoprire insieme a voi le novità, ho una vita molto movimentata e poco prevedibile, gli amici dicono che ho vissuto 4 vite in una, ad oggi e non hanno tutti i torti, non ho mai avuto una vita normale, nonostante ami vivere in semplicità, il destino non sempre ce lo scegliamo, o forse no? (sorride).

Mirko, siamo alla conclusione di questa bella chiacchierata. Grazie della tua disponibilità, sono felice di averti intervistato, sei il cantautore della porta accanto, una persona semplice ma carismatica. Vorrei fare un appello personale a tutti gli impresari e addetti ai lavori perchè una persona così talentuosa, così reale e ricca di contenuti, non può non avere un futuro professionale luminoso, ho ascoltato diverse tue canzoni e mi hanno colpito profondamente. Nel nostro territorio e in Sicilia in generale, pensiamo per esempio anche a una Caterina Caselli, non mancano i professionisti in grado di valorizzarti tra organizzatori, compositori, investitori e, perchè no, l’amministrazione stessa che dovrebbe avere a cuore il tuo talento, preservarlo, incentivarlo e promuoverlo, interessarsi non solo per orgoglio, ma anche per un sicuro ritorno positivo per la nostra Ragusa che è patria di artisti di grande valore e luogo di meraviglie. Voglio chiudere l’intervista riportando le parole dello stimato Gino Carbonaro perchè credo abbia  fatto centro nelle sue considerazioni su di te:
<<Grande musica la tua, Mirko. Forte, sicura, piena, gioiosa, dalla architettura chiara, potente, travolgente. Tu canti per aprire il tuo animo al mondo, per avvicinare alla musica chi ascolta, gli amanti del canto. Ed è musica la tua che sembra venire da uno spazio lontano. Musica che fa sognare mentre ti tocca e ti trasporta. Molte sono le chiavi di lettura, i temi, le atmosfere suggerite da queste tue creature, da questi gioielli musicali. Il tuo è un richiamo (ode “ὠδης, l’avrebbero chiamata i Greci) canto di chi invita gli uomini tutti a compiere un viaggio in compagnia dei suoni, delle melodie da te create, per stare insieme, per vivere momenti di serenità al chiarore di una notte di Luna. Viaggio per cercare di capire in parte, (e se sarà possibile) il senso del nostro vivere in questo labirinto impervio dell’esistere. Vivere in questo spazio-tempo che ognuno di noi trans-corre su questa Terra. C’è una componente filosofica nei tuoi canti e nelle tue composizioni. Anche un velo di amarezza, senza imprecazione. Considerazioni sulla società che non è sempre bella, sulla vita, che può essere sogno, viaggio, dolore, speranza, mentre il conforto dell’animo discende dalla capacità di esorcizzare la sofferenza attingendo alle radici dell’amore. Tu canti e sogni. Canti e conforti. Canti e ami. Canti e voli nel cielo infinito. Grande questa tua musica, significative le parole, e tu? Ai miei occhi? Tu, novello Menestrello degli Iblei, che torna a cantare i temi della vita: amore, bisogno di giustizia, gioia di vivere, libertà agognata. Grazie per quello che ci dai. Noi ti ascoltiamo, noi ti seguiamo…>>
Ad maiora Mirko, produttori e investitori, fatevi avanti!
Franco Portelli

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